15 luglio 2019 - 13:26

Incontro Salvini-sindacati, Conte attacca: «Sulla manovra decido io»

Il premier avvisa il vicepremier leghista e parla di «scorrettezza istituzionale». Di Maio contro i sindacati: «Incontrano l’indagato Siri? Perché tutela le loro pensioni d’oro». Salvini: «Piena fiducia in Conte, manovra prima possibile»

di Valentina Santarpia

Incontro Salvini-sindacati, Conte attacca: «Sulla manovra decido io»
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Diventa un caso politico l’incontro al ministero dell’Interno tra Matteo Salvini e le parti sociali. Il presidente del Consiglio, che ha difeso Salvini su tutti i fronti negli ultimi giorni, oggi sbotta: « La manovra economica si fa a palazzo Chigi, i tempi li decido io». La riunione di oggi a Conte «puzza»: «Se si tratta di un vertice di partito, la presenza di Siri va bene. Se è un vertice di governo, la presenza di Siri non va bene», commenta il premier, ricordando senza troppi fronzoli che «se oggi qualcuno pensa che non solo si raccolgono istanze da parte delle parti sociali ma anticipa dettagli di quella che ritiene che debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istituzionale» (leggi qui: Flat Tax, la proposta della Lega alle parti sociali: aliquota al 15%, ma fino a 55 mila euro) . Al termine dell’incontro Salvini, che dice di avere la «coscienza pulita», prova a distendere gli animi: «È chiaro che i tempi della manovra li detta il presidente del consiglio, verso il quale abbiamo piena fiducia, ma prima si fa e meglio è», ha detto il ministro, annunciando di aver fissato già un altro appuntamento per i primi di agosto. «Mi interessa solo portare contributi, noi vogliamo solo aiutare il lavoro di alcuni ministri».

Di Maio punta il dito contro i sindacati

Guarda con sospetto alla riunione anche Luigi Di Maio, che punta però il dito contro i sindacati: «La partecipazione al tavolo con Siri è affare loro. Se vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. E ci comportiamo di conseguenza». Accuse giudicate «inaccettabili e offensive» da parte di Cgil, Cisl e Uil, che ricordano «di essere stati convocati oggi dal vice presidente del consiglio Matteo Salvini insieme ad altre 40 organizzazioni di rappresentanza in vista della prossima legge di bilancio, incontro peraltro ampiamente annunciato nei giorni scorsi». E preceduto da un incontro 15 giorni fa con il «Presidente del Consiglio Conte, insieme allo stesso vice premier Di Maio», mentre sono «in attesa di ricevere la calendarizzazione degli incontri specifici cosi come aveva garantito il Presidente del Consiglio per affrontare i temi contenuti nella nostra piattaforma unitaria, illustrata peraltro almeno tre volte al Presidente del Consiglio».

I tavoli sulla manovra? la Lega non ha indicato i delegati

Conte non le manda a dire: «La manovra economica viene fatta qui, dal ministro dell’Economia e tutti i ministri interessati, e non si fa altrove, non si fa oggi. I tempi, e tengo a precisarlo, li decide il Presidente del Consiglio, sentiti li altri ministri, a partire da quello dell’Economia. I tempi non li decidono altri». Da palazzo Chigi trapela un palese malcontento: «Da oltre due settimane il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sta sollecitando la Lega a dare i nomi dei delegati che dovrebbero rappresentare il partito di Salvini ai tavoli sulla manovra ma la Lega non ha ancora indicato i suoi delegati», precisa lo staff del premier, a proposito di manovra e flat tax. I tavoli, viene ricordato, sono cinque, tra cui anche quello sulla riforma fiscale.

Salvini alle Camere? «Perché no»

Conte, rimasto sbigottito da come la Lega abbia scaricato Savoini, adesso è anche disposto a considerare l’idea che il vicepremier leghista riferisca alle Camere sulla vicenda dei rubli alla Lega. «Noi crediamo nella trasparenza nei confronti dei cittadini in ogni sede, in tutte le occasioni, in primis in Parlamento, le sedi giuste per onorare questa linea guida», ha detto Conte. La trasparenza, dunque, è cruciale per il premier. Ed è per questo che, nonostante l’irritazione delle ultime ore, mantiene un profilo alto, e precisa che la nota di palazzo Chigi di sabato sera, che precisava che l’invito a Savoini alla cena era stato sollecitato dal consigliere di Salvini, non era un attacco sotto banco al vicepremier: «Quando è uscita la mia precisazione, nel pomeriggio Salvini ovviamente è stato informato, anche tramite la sua portavoce, quindi era assolutamente una anticipazione che ho ritenuto fare a lui». E Conte non crede neanche che Salvini abbia potuto accusarlo di averlo «accoltellato alla schiena», come riferivano alcuni retroscena: «Respingo, non esiste. So che Salvini non l’ha detta, non l’ha pensata, non l’ha dichiarata. È stato assicurato. Non sta né in cielo né in terra».

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