6 ottobre 2018 - 22:52

Polizia, nuovo rinvio delle assunzioni
Il piano segreto: tagli e trasferimenti

Potenziati gli organici di Roma, Milano e Napoli. Per Genova 400 uomini in meno

di Fiorenza Sarzanini

Polizia, nuovo rinvio delle assunzioni Il piano segreto: tagli e trasferimenti
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Le nuove assunzioni nelle forze dell’ordine, più volte annunciate dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, non arriveranno prima di due anni. E comunque soltanto se si troveranno nuove risorse. Intanto si taglia. C’è un piano del Viminale, ancora riservato, che prevede la redistribuzione degli uffici — con priorità per questure e commissariati — in tutta Italia. E mostra quante e quali riduzioni dovranno essere compiute per fare fronte alle carenze di organico. La legge Madia prevede infatti la presenza in servizio di 106 mila poliziotti, però attualmente ce ne sono appena 97 mila e senza gli «innesti» è impossibile rispettare gli impegni. Compresi quelli sugli aumenti salariali che invece non sono stati previsti nel Def, dove si parla genericamente dello stanziamento da un miliardo per i nuovi ingressi, ma senza indicare dettagli sul reperimento dei fondi.

Via dal decreto i nuovi posti

Il primo annuncio è degli inizi di agosto. Il governo si impegna ad assumere ottomila persone: 1.953 poliziotti, 2.155 carabinieri, 1.125 finanzieri, 861 guardie penitenziarie, 1.300 vigili del Fuoco. Ma il ministro dell’Economia Giovanni Tria non controfirma il provvedimento per mancanza di fondi. Il 13 settembre, durante una visita a Bari, Salvini dichiara che «nel decreto sicurezza ci sarà un notevole incremento della spesa e degli uomini che combattono la mafia e che gestiscono i beni confiscati alle cosche mafiose in tutta Italia». Poi va oltre assicurando che nello stesso testo saranno comprese «le assunzioni straordinarie di 2.500 poliziotti e 1.500 vigili del fuoco perché i soldi li stiamo trovando e il bello è che li recupereremo risparmiando più di un miliardo dall’immigrazione e dall’accoglienza a sbafo». Nel «pacchetto» controfirmato giovedì scorso dal Quirinale e pronto per l’esame del Parlamento, quella «voce» però non esiste. E dunque si procede con un nuovo annuncio durante la conferenza stampa per la presentazione del Def, quando Salvini rilancia «un piano di assunzione straordinario di diecimila donne e uomini delle forze dell’ordine». La realtà appare però ben diversa.

A Genova e Latina tagli pesanti

Proprio in queste ore i vertici del dipartimento stanno mettendo a punto la riorganizzazione delle sedi con la supervisione del sottosegretario leghista Nicola Molteni. Ma scorrendo i numeri appare evidente che i conti non quadrano. Roma, Milano e Napoli rimangono le città «guida» con un incremento complessivo del personale pari a 1.771. Sono 809 i nuovi agenti previsti per la capitale, 456 quelli che dovranno arrivare nel capoluogo lombardo, 506 in quello della Campania. Tutto questo provocherà riduzioni pesanti altrove. Durante la campagna elettorale leghisti e i candidati della Lista «Noi con Salvini» avevano definito «irresponsabile la chiusura decisa dal governo dei posti di polizia». Eppure a leggere le nuove tabelle sembra che sia proprio questo il destino di molte sedi, o comunque un ridimensionamento davvero forte. A Genova è stata prevista una riduzione di ben 428 persone, a Reggio Calabria si arriva a meno 224, a Latina si scende di 190, a Nuoro di 175. Tra le città che guadagnano ci sono invece Crotone (con più 152), Catania (più 146) e Brescia (più 131).

I vuoti di Stradale e Ferroviaria

Secondo i sindacati, per Stradale, Postale e Ferroviaria servirebbero almeno 500 persone. E invece ci sono sedi come quella della Stradale di Domodossola dove con 8 persone si «copre» l’area che arriva sino al valico del Sempione o alla Ferroviaria di Massa Carrara dove sono rimasti in 3. La reazione di Daniele Tissone, segretario della Silp Cgil è durissima: «Nel testo del Def trasmesso dal governo alle Camere non v’è traccia di risorse utili ad affrontare la ormai prossima scadenza contrattuale per gli oltre 470.000 operatori del Comparto sicurezza e difesa. Destinare le risorse necessarie per le migliaia di donne e di uomini in divisa dovrebbe costituire una priorità per questo governo e invece restano i tanti proclami nonché le molte pacche sulla spalle che possono anche far piacere ma sono ben altra cosa rispetto alle necessità che ha chi veste una divisa».

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