5 gennaio 2020 - 12:13

Incidente in valle Aurina, l’autista del bus: «Li ho visti volare per aria»

La drammatica testimonianza dell’autista dello shuttle: «Avevo appena scaricato i ragazzi e ho visto l’auto a folle velocità. Gli ho lampeggiato ma è stato inutile. Poi dallo specchiato retrovisore ho visto quei poveri giovani volare per aria»

di Aldo De Pellegrin

Incidente in valle Aurina, l'autista del bus: «Li ho visti volare per aria»
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«Avevo appena scaricato i ragazzi e dopo pochi istanti, davanti a me a qualche decina di metri ho notato l’auto a folle velocità che veniva verso di noi. Ho lampeggiato con gli abbaglianti per dire al guidatore di rallentare, cercando di segnalargli il pericolo, ma è stato inutile. Qualche secondo dopo dallo specchiato retrovisore ho visto quei poveri giovani volare per aria». Sotto choc, gli occhi rossi per il pianto, parla l’autista dello shuttle che ha portato i ragazzi in prossimità del loro albergo. L’uomo, che non vuole dire il suo nome, si avvicina a passi lenti in quel tratto di strada in cui , esattamente dodici ore prima, a Lutago è andato in scena quel massacro straziante che ha visto il bilancio di sei morti. Si avvicina al posto in cui tanti stanno deponendo dei fiori, residenti di Valle Aurina e della provincia di Bolzano, gli stessi amici tedeschi delle sei vittime. L’autista ripete quelle parole, più a se stesso che ai due giornalisti che gli stanno accanto: «Ho lampeggiato... ma è stato inutile». Poi saluta con un cenno della mano e si allontana.

La testimonianza del vigile: «Un campo di battaglia»

«Inizialmente si parlava di incidente stradale con persone intrappolate, poi quando sono arrivato sul luogo mi è sembrato un campo di battaglia»: a riferirlo è Helmut Abfalterer, uno dei primi vigili del fuoco volontari della stazione di Lutago ad intervenire nella notte sull’investimento. Secondo Abfalterer le immagini viste dai soccorritori, circa 160 persone, «sono state uno shock anche per gli operatori di emergenza esperti». Gli sciatori della comitiva tedesca in questo momento sono rinchiusi nell’hotel che li ospita. Non vogliono parlare con i giornalisti. Vengono tutti da diverse località della Germania del Nord e sono giunti in Italia in pullman.

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