23 gennaio 2020 - 14:25

Bibbiano, paese blindato per il B-day del gran finale Salvini-Sardine

Diecimila persone attese, questura in allerta, posti prenotati. Diventato simbolo della campagna elettorale in Emilia-Romagna, Bibbiano conta solo 9 mila anime

di Marco Imarisio

Bibbiano, paese blindato per il B-day del gran finale Salvini-Sardine
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Abbiamo ricevuto le disposizioni della questura di Reggio Emilia, abbiamo inviato le nostre generalità alla prefettura. Oggi è il B-day. Dal Corriere di Bologna: «Il paese di Bibbiano sarà blindato, il Comune chiuderà alle 14 le attività di vari uffici e del centro diurno. Diecimila le persone attese, e un dispositivo da duecento uomini per garantire che non ci siano incidenti». Un giorno, forse, quando tutto sarà finito, ci chiederemo come sia potuto accadere. La mutazione è avvenuta. Un paesino da novemila abitanti nella bassa reggiana è stato trasformato in un simbolo politico ed elettorale.

Borghi ago della bilancia

L’inchiesta giudiziaria sugli affidi dei bambini, che è seria, documentata e delicata, non interessa nessuno. Salvini ha lanciato l’amo, le Sardine hanno abboccato, è il caso di dirlo. Oggi il gran finale, con le due fazioni su palchi contrapposti e il povero Stefano Bonaccini altrove, a sudarsi i voti. Venghino, signori, accreditarsi prima, perché sia in piazza per la Lega che in teatro per Mattia Santori e i suoi, pare che i posti siano limitati rispetto alle richieste dei media. Ma Bibbiano, seppure in questo modo sbagliato e ingiusto per i suoi abitanti, è anche simbolo del vero campo di battaglia di questa campagna così dura. I capoluoghi e le città sono già state assegnate, più o meno. I paesini, i borghi poco abitati e distanti dal centro. Sono quelli che decideranno le elezioni. Il primo a capirlo, gli va riconosciuto, è stato Salvini, che fin dall’inizio ha battuto strade secondarie, lasciando l’ufficialità e le visite guidate a Lucia Borgonzoni. Nell’ora in cui a Bologna cominciava il concertone della Sardine in piazza a Bologna, lui era a Galeata, paesino di duemila anime che fino al 1923 apparteneva alla Toscana, amministrato da una lista civica, quindi zona franca, dove la semplice presenza di un politico nazionale può spostare il consenso. Alla fine, può darsi che l’appuntamento decisivo di quella giornata dove i riflettori erano tutti altrove, fosse il suo.

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