Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il restauro digitale delle vecchie foto fornisce indizi sui rapitori. E regala emozioni

diFabrizio Peronaci

Le ragazze scomparse "rivivono" grazie alle elaborazioni grafiche di un musicista-informatico. Chi le pedinò? L'uomo davanti al Senato era De Pedis? Ecco le nuove immagini

Sono passati talmente tanti anni da quelle due giornate dannate - il 7 maggio 1983 per Mirella Gregori e il 22 giugno successivo per Emanuela Orlandi - che anche i non molti documenti rimasti risentono dell'usura del tempo. Le fotografie, innanzitutto. Brandelli di carta lucida dell'epoca - quando si aveva ancora la bella abitudine di andare al negozio per sviluppare i rullini - nel frattempo usurati, sgualciti, tagliuzzati. Emanuela? Quell'immagine lì: un quadratino in bianco e nero sfocato, con la famosa fascetta tra i capelli. Mirella? Una dolce ragazzina dai capelli ricci, ma come dissolta nella nebbia di un passato remotissimo... E allora eccolo, il modo di sentirle più vicine: restaurare quegli scatti ingialliti, colorarli secondo criteri professionali, donare alle due ragazze scomparse un volume, una profondità, una capacità di trasmettere emozioni attraverso il loro sguardo tornato vivido, intenso... Quasi come se quegli scatti fossero stati fatti oggi, con i moderni Smartphone.

Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, il restauro digitale delle vecchie foto fornisce indizi sui rapitori. E regala emozioni
Emanuela Orlandi, il restauro digitale delle vecchie foto fornisce indizi sui rapitori. E regala emozioni 

Emanuela e il suo sorriso

«Sorriso in controluce. Ripristino da vecchia foto in Bianco e Nero». La prima immagine che si è trovata tra le dita Gregorj Cocco è stata quella di una Emanuela pensosa, con un sorriso ineffabile. Eccola, con l'aggiunta del colore e dei volumi, come doveva essere agli occhi di chi le era vicino, quando non c'erano i telefonini capaci di immortalare in tempo reale qualsiasi frammento di vita. «Sono uno di quei bambini nati a inizio anni '70 - racconta il compositore  - che rimasero impressionati dalla storia di Emanuela. Fino a un mese fa ricordavo la vicenda a grandi linee, come tanti, ma poi sono incappato in una intervista a Pietro, quel signore dai capelli bianchi, il fratello, e nel sentirlo ho pensato quanto poteva aver patito quell’uomo... Allora mi sono informato meglio, ho cercato in Rete, visto le foto sbiadite senza più neanche la loro scala di grigi, e mi son detto: mi voglio dedicare a loro, a  Emanuela e all'altra ragazza, Mirella. Il mio vuole essere un regalo, nulla di più...»

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La foto più famosa

Emanuela Orlandi e la sua fascetta tra i capelli: la foto più famosa, pubblicata migliaia di volte sui giornali di mezzo mondo negli ultimi 40 anni. L'elaborazione grafica fa percepire la ragazza presente, a pochi centimetri da chi osserva l'immagine, anche se essendo la foto originale danneggiata il programma non ha "letto" il colore della fascetta, che era in realtà gialla e rossa. «Le foto da me elaborate - precisa Gregorj Cocco - sono accessibili a tutti, media e giornalisti compresi, ma a due condizioni: divieto assoluto di commercializzazione e obbligo della citazione dell'autore, nel rispetto della licenza CC, Creative Commins». L'autore sul "no" a qualsiasi speculazione è molto fermo: «Non è concepibile che si possa guadagnare neanche un centesimo sulle immagini di queste due ragazze e sul calvario delle rispettive famiglie. Mando un fraterno abbraccio alla famiglia Orlandi e alla famiglia Gregori».

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Con il collarino, segnalata a Bolzano

Un'altra immagine nota (e rielaborata) di Emanuela Orlandi è questa: la ragazza è voltata alla sua sinistra e indossa una maglietta bianca, una salopette di jeans e un collarino. Dettaglio importante a fini investigativi, in quanto una testimone residente a Terlano (Bolzano) nel 1985 credette di riconoscere la quindicenne sparita proprio grazie alla collanina. «Tanti mi chiedono quale software io usi - spiega Cocco - perché ormai siamo abituati a delegare tutto a un software o a una app, come quelle usate dalla ragazzine per schiarirsi la pelle o rifarsi il trucco. No! Il software sono io, con una penna per tablet e un tavoletta grafica...» Il primo passo è «scaricare la vecchia foto da elaborare sul desktop» e poi «attraverso vari programmi si esaminano i valori cromatici sulla scala dei grigi, svolgono le correlazioni con i colori e individua la lettura più esatta e rispettosa di un'espressione del viso, un sorriso, un'increspatura del volto...» 

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In concerto, con l'adorato flauto

Emanuela in concerto poche settimane prima di sparire, con il suo adorato flauto traverso. «Vedere materializzarsi lo sguardo di questa ragazza  man mano che andavo avanti nell'elaborazione della foto è stata un'emozione molto forte», racconta Cocco. 

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La prima Comunione 

Emanuela Orlandi durante la sua prima Comunione: l'immagine, già di per sé intensa, è valorizzata dalle nuove tecnologie. L'autore, riferendosi anche alla recente serie di Netflix, ha intitolato questo scatto: «A Catholic and Vatican Girl»

Gregorj Cocco

Tre sorelle Orlandi in villeggiatura

Tre sorelle Orlandi (da sinistra Emanuela, Natalina e Cristina) in villeggiatura. Manca Federica, nata dopo Pietro, che ricevette l'ultima telefonata a casa di Emanuela, nel pomeriggio del 22 giugno 1983. La fotografia, intitolata dall'autore "Una famiglia felice", è stata ridigitalizzata a colori e restaurata da un datato originale in bianco e nero.

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Mirella Gregori com'era 

Tra le elaborazioni fotografiche anche quella di Mirella Gregori, scomparsa 46 giorni prima di Emanuela, il 7 maggio 1983. La sorella Antonietta, anche lei come Pietro Orlandi molto attiva nella ricerca della verità, ha ringraziato l'autore delle immagini.

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I volti (non più sbiaditi) nei manifesti

I manifesti con la scritta «È scomparsa» sono elementi iconici del giallo Orlandi-Gregori, riproposti anche di recente sui muri di Roma in occasione del lancio della docu-serie di Netflix. I due manifesti della foto qui sopra furono realizzati in abbinata nel 2008, in occasione del 25° anniversario della doppia scomparsa delle ragazze. Le immagini fin qui viste erano sbiadite, nella versione digitalizzata è come se Emanuela e Mirella volessero "uscire" dalla cornice in cui il destino le ha relegate.

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L'identikit del giovane al Senato: De Pedis?

L'immagine del giovane visto da un vigile urbano in corso Rinascimento, di fronte al Senato, mentre conversava poco prima delle 17 del 22 giugno 1983 con Emanuela Orlandi, apre la mini-galleria di tre elaborazioni fotografiche tratte da identikit delle forze dell'ordine. Ecco il risultato del  lavoro di Cocco: dall'identikit del sospettato si giunge a una foto (che dà la percezione forte delle tre dimensioni) di un giovane biondo e longilineo.  Il Reparto Operativo dei carabinieri attribuì al soggetto un'età compresa tra i 35 e i 40 anni, ma l'esito del lavoro al computer è diverso: «Di quest'uomo si hanno 3 identikit, 2 disegni a matita e uno assemblato - spiega il compositore e designer grafico - e in base ai dati del volto posso escludere con certezza che avesse 35-40 anni. Il software 3D mi ha dato ripetutamente il range 25-28 anni e riportandolo manualmente a 40 tutti gli altri parametri non tornano». Il dettaglio è fondamentale dal punto di vista investigativo anche oggi: secondo il supertestimone Marco Accetti quell'uomo visto davanti al Senato era il boss della banda della Magliana Enrico De Pedis, che nel 1983 aveva 29 anni. 

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L'identikit del ragazzo con la frangetta

Questo giovane con la frangetta scura è stato descritto come uno dei due che si appostarono di fronte al bar dei Gregori, il 6 maggio 1983, giorno prima della scomparsa di Mirella. Il musicista-informatico, partendo dal bozzetto della polizia scientifica, ha realizzato un ingrandimento di occhi, naso e bocca. «Io non so se questo tizio sia stato mai identificato o fermato - dice Gregorj Cocco - ma con un’immagine così nitida e verosimile è presumibile che le forze dell’ordine possano avere un’idea più precisa di chi fosse costui. Se questa persona ha precedenti, anche di 40 anni fa, allora può rientrare negli archivi digitalizzati. Basterebbe inserire questa foto nel sistema per ottenere un riscontro in tempo reale». Sia chiaro, aggiunge il musicista-informatico, «il mio lavoro finisce qui: è stato un piccolo gesto per le ragazze e chi ha voluto loro bene, nell'auspicio che possa essere anche utile a chi svolge le indagini».

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Gli identikit a scuola di musica e sotto casa

Ecco l'identikit dei due giovani visti da Marta S., compagna di  Emanuela, davanti alla scuola di musica il 22 giugno 1983, e da Elvira M., mamma di un'altra amica della scomparsa, a Borgo Pio, sotto casa. La somiglianza è impressionante e ha indotto a Gregorj Cocco a realizzare un'elaborazione unica dell'immagine dell'uomo che pedinava le ragazze, in varie zone di Roma. Potrà essere utile nell'ambito dell'inchiesta in corso presso il Vaticano e di quelle future? (fperonaci@rcs.it)

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5 maggio 2023 2023 ( modifica il 5 maggio 2023 2023 | 13:05)