24 agosto 2018 - 13:41

Dal Veneto denuncia contro Salvini per istigazione all’odio razziale

Un gruppo di cittadini di Treviso ha depositato il documento in Procura. Il reato secondo loro è nelle affermazioni pubbliche del ministro

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Il ministro Matteo Salvini
Il ministro Matteo Salvini

TREVISO Una denuncia contro il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, in cui si ipotizza il reato di istigazione all’odio razziale (legge Mancino), aggravata dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione, è stata presentata da alcuni trevigiani alla Procura della Repubblica di Treviso. Per i firmatari della denuncia, il reato è relativo alle affermazioni pubbliche rese dal ministro Salvini - tra giugno e luglio - tra le quali citano: «Per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare». Nella denuncia si evidenzia anche che le dichiarazioni del ministro avrebbero prodotto sul web decine di «commenti xenofobi e razzisti». «Le affermazioni del Ministro, singolarmente e complessivamente considerate - rilevano i firmatari della denuncia -, hanno travalicato scientemente il limite del legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero previsto dall’art. 21 della Costituzione, e non sono pertanto tutelate dalla libertà d’espressione».

I firmatari

I cinque firmatari provengono dal mondo dell’associazionismo trevigiano: Luigi Galesso, Gabriella Casagrande, Said Chaibi e Renato Zanivan. Solo Chaibi, ex consigliere nella maggioranza comunale dell’allora sindaco Giovanni Manildo, candidato sindaco (non eletto) alle ultime comunali di «Sinistra per Treviso», e Zanivan, ex segretario cittadino di Sel, hanno un passato di politica attiva. Dice Luigi Calesso: «Non siamo contro la libertà di opinione, ma riteniamo che certe espressioni privino quella degli altri e favoriscano l’odio e un certo rischio sociale. Il nostro è un gesto che non vuole influenzare la magistratura, che sa certamente fare il proprio mestiere, ma sensibilizzare l’opinione pubblica e far capire che in Italia non tutti la pensano come Salvini». Secondo Calesso, l’aggravante delle affermazioni di Salvini rispetto ai migranti sta nel fatto «che il ministro rappresenta una istituzione dello Stato. L’Italia ha firmato la Convenzione europea sui diritti dell’uomo, che indica come la libertà di espressione sia sì libera ma debba essere rispettosa degli altri».

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