24 agosto 2019 - 23:22

Matteo Salvini, gli sms con Di Maio: io sono pronto a ricostruire il rapporto

Il leader leghista ai suoi: Conte decisivo nel separarmi da Luigi perché più di una volta mi ha sconsigliato di contattarlo direttamente e io mi sono fidato

di Marco Cremonesi

Matteo Salvini, gli sms con Di Maio: io sono pronto a ricostruire il rapporto
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Milano Messaggi, scambi di meme, persino qualche battuta. Obiettivo: «Ricostruire la fiducia con Luigi». Matteo Salvini ha trascorso gran parte della giornata in casa, con la figlia Mirta e il ministro Lorenzo Fontana con moglie e figlia. Un sabato famigliare se non fosse per la serrata attività telefonica, anche se una vera chiacchierata con il capo stellato ancora non c’è stata. Con Di Maio sono quantomeno ripresi i messaggi, il che in ottica salviniana è una buona notizia: il «forno Lega» non è sbarrato. Però, Salvini ne è consapevole, il capo dei 5 stelle considera un vero e proprio tradimento l’innesco della crisi di governo: «Lui non si fida — avrebbe ribadito il leader leghista in una delle telefonate con i suoi parlamentari — Io semplicemente gli ho fatto sapere che quando vuole sono pronto».

Lo sfogo con i suoi

Il «giammai con la Lega» pronunciato a Biarritz da Giuseppe Conte sgombera il tavolo da ogni dubbio (se mai in Lega ce ne fossero stati) sulla possibilità di un suo ritorno in scena in un contesto gialloverde. Non soltanto per il durissimo discorso di Conte in Senato contro il ministro dell’Interno. Il fatto è che Salvini negli ultimi giorni ha confidato ai suoi che «per separarmi da Luigi il presidente del Consiglio dimissionario ha giocato un bel ruolo». Perché «più di una volta mi ha sconsigliato di contattare direttamente Di Maio, “non preoccuparti, ci penso io”. E io cosa avrei dovuto fare? Mi sono fidato...». Detto questo, appunto, la fiducia non è recuperata: «Il punto è quello. Perché il resto... si tratterebbe solo di aggiornare il programma. Però, per farlo dovremmo metterci intorno a un tavolo». Insomma, la questione resta quella di ricostruire il rapporto personale e umano tra i due.

L’offerta a Di Maio

L’offerta a Di Maio di fare il premier, seppure non discussa con l’interessato, resta in campo. Ciò significa che la Lega non porrebbe condizioni? Tutte le tensioni, la guerra di nervi, la crisi per arrivare a Di Maio premier, l’ipotesi che nel marzo 2018 non era stata nemmeno presa in considerazione nonostante i 5 stelle allora pesassero il doppio della Lega? «Beh — spiega un leghista affidabile — un governo con un rilancio dei programmi, Giorgetti all’Economia e Matteo all’Interno potrebbe davvero essere una svolta». Ed eccolo lì il punto: forse l’unica condizione vera è la permanenza di Salvini al Viminale. Con tutto quello che le politiche del capo leghista agitano nell’opinione stellata. Va detto però che gli umori dei social a 5 Stelle nelle ultime ore sono cambiati. Se all’inizio dominavano i post infuocati contro il possibile accordo con il Pd, ieri hanno cominciato ad uscire allo scoperto anche i sostenitori di un governo gialloverde 2.0. E intanto, si comincia a sentire il ticchettio delle lancette che segnano l’avvicinarsi della seconda tornata di consultazioni al Colle. Se davvero l’accordo tra i dem e gli stellati dovesse risultare impercorribile e quello tra 5S e Lega non decollasse, Salvini potrebbe comunque ricominciare a sorridere: le elezioni sarebbero difficilmente evitabili.

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