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"Li ho presi ma volevo solo fotocopiarli" il leghista Borghezio si difende dall'accusa di furto all'Archivio di Stato

L'ex eurodeputato interrogato in procura. In casa aveva 700 pagine di documenti storici

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Ha confessato di aver sottratto libri e documenti storici all'Archivio di Stato, ma si è anche difeso: "Volevo solo fotocopiarli, poi li restituivo". Il leghista Mario Borghezio, ex parlamentare europeo, è stato interrogato in procura dal pm Francesco Pelosi che lo accusa di furto e tentato furto. A novembre Borghezio era stato infatti scoperto trafugare alcuni volumi sulla razza, il nazismo e gli ebrei e sulla seconda guerra mondiale. Le indagini hanno portato alla perquisizione della sua abitazione dove sono state trovate circa 700 pagine di documenti fotocopiati.
Una delle sale dell'Archivio di Stato di Torino 

Dopo l'avviso di chiusura indagini, era stato lo stesso Borghezio a chiedere di essere sentito per poter spiegare le sue ragioni. L'ex parlamentare ha quindi ammesso di aver portato i documenti fuori dall'archivio sostenendo però di averlo fatto solo per fotocopiarli per uso personale. Una tesi che non ha convinto del tutto gli inquirenti, dato che alcuni libri non sarebbero mai stati restituiti, o almeno all'Achivio di Stato non si trovano più, mentre le fotocopie trovate dimostrerebbero un sicuro passaggio nelle sue mani.