5 marzo 2021 - 18:22

Morto Carlo Tognoli, la moglie Dorina: «C’ero io accanto a lui, se n’è andato nell’amore più profondo»

Ha sposato Tognoli il 14 maggio 1968. Ripercorre gli ultimi tempi «combattivi e allo stesso tempo tristi». Erano i primi giorni di novembre. Carlo Tognoli, 82 anni, camminando inciampa in una stradina sul Naviglio e si rompe il femore. Poi, il Covid

di Elisabetta Andreis

Morto Carlo Tognoli, la moglie Dorina: «C'ero io accanto a lui, se n'è andato nell'amore più profondo»
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«Voglio ricordarlo in un preciso momento, quando con quel suo sorriso affettuoso mi saluta dalla porta di casa mentre esce come tutti i giorni a fare la passeggiata dicendo “magari vado ad ascoltare l’organo alla Chiesa Rossa e poi proseguo ancora un po’ ”». Erano i primi giorni di novembre. Carlo Tognoli, 82 anni, camminando inciampa in una stradina sul Naviglio e si rompe il femore. Viene ricoverato al Gaetano Pini per quella che nei primi giorni, con la solita proverbiale e acuta ironia, chiamava «imprevedibilità».

In ospedale l’ex sindaco di Milano contrae però il Covid. La moglie Dorina, che l’ha sposato il 14 maggio 1968, ripercorre gli ultimi tempi «combattivi e allo stesso tempo tristi». Tognoli viene trasferito per le cure al Policlinico e lotta come un leone, riesce incredibilmente a sconfiggere il virus. A gennaio, ormai negativo, viene spostato alla Maugeri per la riabilitazione: intorno, oltre alla famiglia, gli amici di una vita e i socialisti del Circolo De Amicis presieduto da Mario Artali, con cui si sentiva sempre per i progetti che aveva in mente. Da un mese era peggiorato e negli ultimi tempi versava in condizioni drammatiche, i postumi della malattia non smettevano di indebolirlo. Una settimana fa i medici l’hanno lasciato tornare a casa. Non c’era più niente da fare e venerdì alle 14.20 si è spento.

«C’ero io vicino a lui, per fortuna, se ne è andato in un ambiente che era il suo, nell’amore più profondo. Ancora non me ne rendo conto, vado di là a vedere come sta, se ha bisogno qualcosa, e mi viene un brivido freddo, mi sento mancare tutto», si commuove la moglie. Sabato pomeriggio ci sarà una camera ardente in Comune, domenica mattina una piccola cerimonia laica. «Voleva che lo ricordasse Ugo Finetti (tra l’altro capogruppo del Psi a Palazzo Marino dal 1980 al 1985 e vicepresidente della Regione Lombardia, ndr). Così sarà, di lui parlerà a lungo Ugo ...», dice ancora la moglie, circondata dall’affetto dei due figli e dei tre nipoti. Era un uomo e un socialista concreto, curioso, aperto alla cultura e alle riforme: «Osservava la gente, anche nelle sue lunghe camminate, teso sempre a capire e a sapere — chiude la moglie Dorina —. Un legame come il nostro non si può dire in due parole, abbiamo vissuto insieme tantissime cose belle e anche momenti molto difficili, abbiamo costruito un legame forte che con il tempo è diventato una specie di convergenza indistruttibile e solidale. Una cosa posso e voglio dire: gli scontri con lui erano sempre intelligenti».

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