17 gennaio 2020 - 11:40

L’arresto di Carola Rackete non era legittimo: no della Cassazione al ricorso della Procura di Agrigento

Respinto il ricorso contro l’ordinanza della gip di Agrigento Alessandra Vella che lo scorso 2 luglio ha rimesso in libertà la comandante della nave Sea watch 3

di Fabrizio Caccia

L'arresto di Carola Rackete non era legittimo: no della Cassazione al ricorso della Procura di Agrigento
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Una faccina sorridente gli compare all’improvviso sullo smartphone: «É Carola Rackete che mi scrive dall’Oceano Antartico, credo sia in missione per Greenpeace», dice l’avvocato Alessandro Gamberini. La foto inviatagli sembra, in effetti, scattata da una nave: tutt’intorno, una distesa di ghiacci. «Conservazione della natura. Azione umanitaria. E un po’ di scienza polare»: è il credo mai rinnegato della Capitana tedesca, oggi trentunenne, ma che già a 23 guidava una rompighiaccio al Polo Nord e ora resterà in missione 6 mesi tra il Sudamerica e l’Antartide.

L’emoticon ha viaggiato dunque per oltre 13 mila chilometri e adesso è planato qui nello studio romano del suo legale: «La tua felicità è la mia», le risponde subito l’avvocato Gamberini. La notizia è di ieri: fu legittimo il no del gip di Agrigento all’arresto della comandante della nave ong “Sea Watch”. Carola Rackete non doveva essere arrestata: così ha deciso la terza sezione penale della Cassazione, che dunque ha rigettato (entro 30 giorni si conosceranno le motivazioni) il ricorso del procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, contro l’ordinanza firmata il 2 luglio dal gip Alessandra Vella, che decise di non convalidare l’arresto della “Capitana”, escludendo il reato contestatole di resistenza e violenza a nave da guerra. La Rackete fu fermata il 29 giugno a Lampedusa dopo aver forzato il posto di blocco della Guardia di finanza che pure le aveva ripetutamente intimato l’alt. La motovedetta delle Fiamme Gialle venne urtata dalla “Sea Watch” durante la manovra d’attracco in piena notte. Il gip, però, ritenne che il reato fosse stato giustificato da una «scriminante», l’aver agito «nell’adempimento di un dovere», quello di salvare vite umane in mare. E revocò gli arresti domiciliari.

«La Corte ha confermato che non mi avrebbero dovuto arrestare per aver salvato delle vite - l’esultanza della Rackete su Twitter, dopo aver ringraziato per l’impegno profuso gli avvocati Alessandro Gamberini e Leonardo Marino e l’amica Giorgia Linardi di Sea Watch Italia - Ma nessuno dovrebbe esser perseguito per aver aiutato delle persone in difficoltà, questo è un verdetto molto importante per tutti gli operatori umanitari. Ora va riformata subito la direttiva Ue sui crimini di solidarietà...». Dopo di lei, però, furibondo ha twittato pure Matteo Salvini, che all’epoca dei fatti era il ministro dell’Interno e attaccò la Rackete definendola “una sbruffoncella”. «È incredibile l’ingiustizia in Italia - le parole del “Capitano” della Lega - Per qualche giudice una signorina tedesca che ha rischiato di uccidere 5 militari italiani non merita la galera. E invece si vuole processare il ministro che ha difeso i confini del suo Paese e bloccato gli sbarchi. Questa non è giustizia, questa è vergogna». Il riferimento è alla concomitante attesa (lunedì in Senato) per la vicenda della “Gregoretti”.

«Non so quando potrò tornare al comando di una nave per salvare vite umane. Spero solo che quel giorno il decreto sicurezza bis in Italia non ci sarà più - disse la Rackete, subito dopo la scarcerazione, a Lorenzo Tondo del quotidiano britannico The Guardian - Ma se pure la legge non cambierà e io mi trovassi nella stessa situazione, non ho dubbi che farei tutto di nuovo allo stesso modo». «Carola ha tanta voglia di tornare a salvare vite umane nel Mediterraneo con Sea Watch», conferma l’avvocato Leonardo Marino. Le indagini su di lei, però, vanno avanti. Nei prossimi mesi la Procura di Agrigento dovrà comunque decidere tra la richiesta di rinvio a giudizio e l’archiviazione. Mentre a Milano viene data per «imminente» la decisione della pm Giancarla Serafini sulla querela per diffamazione presentata dalla Rackete contro Salvini.

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