24 maggio 2018 - 11:50

L’inchiesta sul volo Malaysia Airlines: «Russo il missile che abbattè l’aereo»

Fu lanciato da forze del Cremlino il Buk che nel 2014 nei cieli dell’Ucraina orientale colpì il mezzo diretto dall’Olanda a Kuala Lumpur con 298 persone a bordo. Le conclusioni del team di investigatori, ma l’esercito di Mosca respinge le conclusioni

di Silvia Morosi

Il luogo dell’incidente dell’MH17 vicino al villaggio di Rozsypne, in Ucraina (LaPresse)
Il luogo dell’incidente dell’MH17 vicino al villaggio di Rozsypne, in Ucraina (LaPresse)
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Fu lanciato da forze russe il missile antiaereo Buk che nel 2014 nei cieli dell’Ucraina orientale (in un’area all’epoca controllata dai ribelli filo-russi del Donbass) abbatté il volo di linea MH17 della Malaysia Airlines diretto dall’Olanda a Kuala Lumpur con 298 persone a bordo. Nell’incidente morirono tutti i 283 passeggeri — 80 erano bambini — e i 15 membri dell’equipaggio (qui le nazionalità delle vittime). A questa conclusione è arrivato il team di investigatori internazionali che da quasi quattro anni indaga su quel disastro, sulla base di un dettagliato esame di immagini video. La Russia ha sempre negato un suo coinvolgimento: «I missili — hanno spiegato dal Cremlino — non hanno mai varcato il confine con l’Ucraina», respingendo le accuse degli investigatori dell’inchiesta internazionale. «Nessun missile anti-aereo dell’esercito russo ha mai varcato la frontiera russo-ucraina», hanno aggiunto, puntando il dito contro «il coinvolgimento di unità ucraine utilizzando missili Buk».

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Il conflitto fra forze separatiste filorusse e ucraine

Wilbert Paulissen, investigatore olandese, ha dichiarato che il Joint Investigation Team «è arrivato alla conclusione che il Buk-Telar che ha abbattuto il volo MH17 è arrivato dalla 53esima brigata missilistica antiaerea basata a Kursk, in Russia». Ha aggiunto, in conferenza stampa in Olanda, che la brigata «fa parte delle forze armate russe)». La Russia ha sempre negato un suo coinvolgimento. L’abbattimento dell’aereo di linea avvenne il 17 luglio del 2014 a una quarantina di chilometri dal confine con la Russia, nella regione di Donetsk, nel Donbass, dove era in corso un violento conflitto fra forze separatiste filorusse e ucraine. «Le indagini hanno portato ad ottenere nuove informazioni, che confermano come il lancio del missile Buk sia avvenuto in prossimità del villaggio di Zaroshchenske, nel distretto di Shakty, che era sotto controllo delle truppe ucraine all’epoca dell’incidente», aveva riferito l’ufficio del Procuratore generale di Donetsk.

Rimpallo di responsabilità

Russia e Ucraina si sono rimpallati la responsabilità del disastro, anche perché i Buk sono in dotazione anche alle forze armate ucraine. Si tratta di missili terra-aria a medio raggio, sviluppati dall’ex Unione Sovietica e dalla Federazione Russa, progettati per intercettare e neutralizzare bombe intelligenti, aerei, elicotteri e anche droni. Mosca ha usato il suo diritto di veto in sede Onu per evitare la creazione di un tribunale internazionale che determinasse le responsabilità sull’accaduto; in questo modo, qualsiasi eventuale processo sarà tenuto in Olanda, come stabilito da un accordo raggiunto con i Paesi che guidano le indagini congiunte.

Un’ombra sui Mondiali: «Non insabbiate la verità»

«Ci auguriamo che il Mondiale in Russia sia un successo e una fonte di soddisfazione e orgoglio per il popolo russo. Ma è innegabile che dal nostro punto di vista, un’ombra incombe sull’evento», hanno detto i familiari dei passeggeri morti nella catastrofe del volo Malaysia Airlines MH17, in una lettera al popolo russo. La lettera è stata pubblicata su Novaya Gazeta. «Constatiamo con amara ironia che i leader russi, che promettono di accogliere il mondo a braccia aperte, sono i principali responsabili della distruzione del nostro mondo. Sono gli stessi che da quel terribile giorno hanno cercato di insabbiare la verità nel tentativo di eludere la propria responsabilità».

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