5 ottobre 2020 - 10:53

Morta Carla Federica Nespolo, presidente dell’Anpi nazionale

Aveva 77 anni, è stata la prima non partigiana e la prima donna a ricoprire questo ruolo all’interno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. L’Associazione: «Non dimenticheremo mai il suo affetto. Aveva passione, intelligenza politica e culturale»

di Alessandro Fulloni e Carlotta Lombardo

Morta Carla Federica Nespolo, presidente dell'Anpi nazionale
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Insegnante di Storia e filosofia, pedagoga, deputata, senatrice e partigiana. Una vita in prima linea e all’insegna dell’impegno, sia che ci fosse da stendere la legge contro la violenza sulle donne o da fare luce sui danni provocati dalla fuoriuscita della nube tossica dell’ACNA di Cengjo, la famigerata «fabbrica dei veleni» nell’Appennino ligure, il 23 luglio 1988. Carla Federica Nespolo, 77 anni, presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, si è spenta per un male incurabile. Se ne è andata in mattinata in ospedale ad Alessandria, la città in cui viveva sin da bambina. È stata un pezzo immenso della vita politica italiana, conosciuta presto, da consigliera provinciale proprio ad Alessandria — erano gli anni Settanta ed era iscritta al Pci — e successivamente con la lunga esperienza in Parlamento. È stata la stessa segreteria dell’Anpi a dare l’annuncio del lutto con un comunicato stampa che si riassume così: «Ciao Comandante». E ora Andrea Liparoto, portavoce dell’associazione, trova la forza per dire che «sì, ce l’aspettavamo. Ma non ora. C’è stato un aggravarsi improvviso delle sue condizioni. La verità è che nonostante tutto non eravamo preparati: è un dolore fortissimo».

La collaborazione con Gad Lerner

Carla Nespolo aveva riempito la «vita dell’associazione con la sua energia inesauribile» dando vita a progetti corposi, densi di storia e impegno. Come l’ultimo e forse il più importante: quello della «memoria attiva». Ovvero la colossale digitalizzazione di testimonianze e interviste a partigiani fruibile sui social e sul sito dell’Anpi. Un racconto imponente che ha visto la fattiva collaborazione del giornalista Gad Lerner. «Ma la “marca” del lavoro di Carla — Liparoto usa proprio questo termine — è stata l’unità; unità intesa come l’unione di tutte le forze democratiche al contrasto del rinascente fascismo». Di Nespolo era stata infatti la «regia» delle manifestazioni che si tennero in tutta Italia dopo la tentata strage a Macerata, quando il 3 febbraio 2018 il militante di estrema destra Luca Traini cercò di uccidere degli africani sparando dalla sua auto. Anche durante la malattia la presidente dell’Anpi è «stata sempre presente. Dapprima fisicamente, una volta a settimana facendo la spola in treno tra Alessandria e Roma». Poi, quando le sue condizioni si sono aggravate, «con continue telefonate, consigli, direttive».

Insegnante alle scuole superiori

Nata a Novara nel 1943, professoressa alle superiori, Nespolo è stata la prima parlamentare comunista piemontese. «Era di famiglia partigiana — continua Liparoto — . Il fratello di sua madre Amino Pizzorno era il comandante “Attilio” e fu alla guida della sesta zona partigiana operante tra Piemonte e la Liguria». L’impegno politico è arrivato presto: dal 1970 al 1975 è stata, appunto, consigliera ad Alessandria dove successivamente, dal 1975 al 1976, ricoprì l’incarico di assessore all’Istruzione. Poi la chiamata in Parlamento. Deputata dal 1976 al 1983 e senatrice dal 1983 al 1992. Come punto di riferimento, Nilde Iotti che aveva seguito — alla Camera — alla commissione Affari Costituzionali. La scuola era nel suo cuore e fu anche vicepresidente della commissione Istruzione. Dall’87 al ‘92, al Senato, fu vicepresidente della commissione Ambiente.

L’impegno inesauribile nella scuola

Un impegno inesauribile da relatrice della legge per la riforma della scuola secondaria superiore, poi da membro della Commissione di Vigilanza Rai e da relatrice di numerosi provvedimenti sui diritti delle donne. E ancora: fece parte della commissione speciale per la legge di parità uomo-donna nel lavoro e presentò numerose proposte di legge, molte delle quali sono diventati testi dello Stato, come quella per elevare sino a 35 anni l’età per partecipare a concorsi nel pubblico impiego. E poi la legge quadro per la formazione professionale e quella per il decentramento universitario piemontese.

La nonna imprigionata dai fascisti

La Resistenza la ricordava nelle parole della sua famiglia antifascista. Nei racconti dello zio, comandante partigiano. Nei ricordi della nonna «che non si era mai voluta iscrivere al partito fascista — è ancora la testimonianza commossa di Liparoto — e tutte le volte che veniva il Duce a Genova, dove lei abitava, la mettevano in prigione. Sì, con Carla è scomparso un pezzo importante della nostra storia e e della nostra vita politica».

Mattarella: «Un dolore per la Repubblica»

Tanti i ricordi commossi della presidente Anpi. Giungono da sindacati, partiti, parlamentari. E anche dal presidente della Repubblica. «La scomparsa di Carla Nespolo addolora la Repubblica che ha conosciuto in lei una appassionata testimone e una fervida sostenitrice dei valori della Costituzione. Desidero esprimere i miei sentimenti — ha scritto il Quirinale in nota — di vicinanza ai familiari, e di solidarietà all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, della quale Carla Nespolo è stata presidente amata e stimata. Prima donna a ricoprire questa carica, ha dedicato il proprio impegno a contrastare, anzitutto sul piano culturale, educativo, civile, tutte le forme di violenza, di xenofobia, di razzismo che possono attecchire nelle pieghe della società. Carla Nespolo — che è stata apprezzata parlamentare, prima alla Camera dei Deputati e poi al Senato della Repubblica - è stata anche la prima presidente dell’Anpi che non aveva partecipato, per ragioni di età, alla Resistenza. Ha iniziato, quindi, quel passaggio generazionale di testimone che adesso tocca ad altri proseguire».

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