24 giugno 2019 - 23:08

Mondiali femminili, Italia-Cina e la muraglia da saltare

A Montpellier (ore 18 RaiUno) la sfida contro «la migliore delle ripescate» vale i quarti: per le azzurre sarebbe un risultato storico. La c.t. Bertolini: «Usiamo la fantasia»

di Gaia Piccardi, inviata a Montpellier

Mondiali femminili, Italia-Cina e la muraglia da saltare
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Sarebbe piaciuta al compagno presidente Mao questa Cina senza acuti né stelle, incapace di segnare ma anche di prendere gol, livellata verso il basso dallo spietato c.t. Jia Xiunquan che non ha lesinato alla bomber Wang Shuang, soprannominata Lady Messi, prima cinese a fare gol in Champions League con il Psg, critiche e panchina. «Compatta, ordinata, brava soprattutto di rimessa: la più forte tra le squadre ripescate» la definisce Milena Bertolini fresca dei suoi 53 anni festeggiati al campo d’allenamento con un videomessaggio a sorpresa della mamma Eves, piovuto da Correggio insieme a un diluvio di complimenti: «Sarà un match molto equilibrato, nel quale cercheremo di mettere la fantasia, nostra caratteristica».

Rieccoci qui, una settimana dopo lo scivolone indolore con il Brasile, a parlare di un ottavo di finale al Mondiale che pare normale, come se ci capitasse tutti i giorni. E invece è dal 1991 che l’Italia non centra i quarti (miglior risultato), ma quello era un torneo a 12 squadre, George W. Bush sganciava missili sull’Iraq, in Sud Africa finiva l’apartheid, le ragazze giocavano a pallone in semi-clandestinità, invece martedì sera tornano su Raiuno, possibilmente per battere altri record. «Arrivare prime nel girone è stata una soddisfazione enorme, ma come regalo di compleanno vorrei il passaggio del turno: si azzera tutto e si riparte da capo» dice la cittì.

La macchina dei miracoli, dopo una gita al mare piena di borbottii per l’invadenza dei giornalisti (l’agognato professionismo, ragazze, è anche rendersi disponibili per cinque minuti in una mattina di riposo), ritorna in attività. «Non abbiamo le vertigini — assicura capitan Sara Gama — , abbiamo ricaricato le pile e siamo tornate concentrate sul campo. La tensione è quella giusta. Sappiamo di essere sotto i riflettori, dovremo essere più precise e attente: possiamo ancora toglierci delle soddisfazioni».

La Cina finalista nel ‘99 contro gli Usa è in pensione. Il boom del calcio donne è imploso, Xi crede più nei calciatori che nelle calciatrici e nella fibra tosta delle Rose d’Acciaio si è aperta più di una crepa. È lì dentro, allo stadio di Montpellier che al Mondiale ‘98 ospitò un Italia-Camerun 3-0, che dovranno insinuarsi la azzurre che trascinano il loro trolley pieno di aspettative: continuare ad essere la sorpresa del Mondiale («La percezione nei nostri confronti è cambiata: avverto grande rispetto» conferma Bertolini), spingere la notte un po’ più in là, agguantare altre fette di consenso e popolarità e, prima del novantesimo, quel benedetto professionismo che le altre cavalcano come un’onda (l’australiana Sam Kerr ha ricevuto l’offerta di un milione di dollari in due anni dal Chelsea) e noi osserviamo timidamente da lontano. «Speriamo nella svolta storica, anche perché i nostri talenti vanno tutelati» chiosa Gama.

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Sara era in campo nelle due amichevoli con la Cina, le ultime in un bilancio che vede 7 precedenti (tre successi, due sconfitte, due pareggi), nel lontano inverno del 2015. A lei, dopo Kerr-Shaw-Marta, il compito di fermare Li Ying, 26 anni, attaccante delle Shendong Ladies, marcatrice solitaria fin qui (contro il Sud Africa), capocannoniere dell’ultima Coppa d’Asia con 7 gol. «Le statistiche dicono che le cinesi fanno molti falli: dovremo essere ciniche». Il frontale con il Brasile è stata una lezione da metabolizzare per crescere. La Cina oggi ci dirà qual è il posto dell’Italia in un Mondiale sempre più stretto per i nostri sogni giganteschi.

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