Il futuro della rete

Cos'è il fediverso, l'alternativa all'internet delle big tech

Lontano dai social network mainstream esiste un universo di spazi digitali decentralizzati e che permettono agli utenti di avere un controllo maggiore sui propri dati. Il racconto dalla viva voce di chi anima il progetto in Italia
Fediverso l'alternativa all'internet delle big tech

Che forma ha il futuro di internet? Secondo Mark Zuckerberg, quella di un metaverso ancora più immersivo, ancora più assuefacente, in cui muoversi tutto il giorno attraverso il proprio avatar - e, soprattutto, in cui spendere tanti soldi. Se stiamo ad ascoltare quel che dice Elon Musk, è privo di spam e bot, ma altamente privatizzato e con molta meno moderazione di quella (scarsa) che c’è oggi. Ma gettando un occhio a quello che accade in quegli angoli del web ancora poco frequentati che si riconoscono nel nome di fediverso, si intravede il potenziale per un’alternativa meno bieca.

Non è semplicissimo capire il fediverso quando si è abituati da quella che sembra una vita a social network come Facebook, Instagram o Twitter. Senza dubbio la più famosa tra queste alternative è Mastodon, un ambiente digitale che assomiglia a Twitter e verso cui trentamila persone sono migrate a fine aprile dopo l’annuncio dell’acquisto della piattaforma da parte di Elon Musk.

Ma Mastodon è soltanto un angolo di un più ampio sistema decentralizzato di server indipendenti chiamati istanze, su cui vengono ospitati spazi digitali basati su software open source, che possono assomigliare a piattaforme di microblogging come Twitter (Mastodon, ma anche Pleroma e Misskey), forum come Reddit (Lemmy), e ambienti che effettivamente ricordano Facebook (Friendica, Hubzilla) , YouTube (Peertube) o Instagram (Pixelfed).

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Questi social network open source e decentralizzati sono ancora poco conosciuti e frequentati ma possono rappresentare una valida soluzione per chi fugge dalle piattaforme tradizionali
Che differenze ci sono

La differenza centrale è che questi server federati, non appartenendo ad alcuna azienda e non basandosi su logiche di profitto, offrono un’esperienza totalmente diversa da quella a cui siamo abituati oggi. In primo luogo, permettono agli utenti di avere un controllo molto superiore sui servizi che usano e i dati che condividono.

Poi, le comunicazioni tra i vari spazi digitali sono più fluide, dato che i protocolli di comunicazione su cui sono basati seguono uno standard aperto: nella pratica, vuol dire che è possibile seguire i post pubblicati da altre persone su altri server senza doversi iscrivere a ogni singolo server, nello stesso modo in cui non è necessario avere un account di posta elettronica Gmail per mandare una mail a qualcuno che usa quel servizio.

Infine, non basandosi su algoritmi di raccomandazione, mancano completamente i suggerimenti promozionali o tematici: il sistema è nato infatti per agevolare l’interazione genuina tra gli utenti, senza le finalità di marketing che si nascondono dietro alla logica degli influencer.

Francesco Macchia, fondatore di due istanze (Poliverso.org e Feddit.it) e moderatore della più grande istanza italiana (mastodon.uno) lavora da tempo per spiegare tutto questo a chi comincia ad interessarsi al fediverso - che sia per scappare dal futuro promesso da Musk o per semplice curiosità. A Wired Italia, Macchia spiega che l’ostacolo più grande, senza dubbio, “è far capire che, anche se gli utenti del fediverso sono molti di meno rispetto a quelli di un grande social, è possibile intrattenere un numero maggiore di interazioni rispetto ai social commerciali”. Nel caso dei social tradizionali, dice, “gli utenti sono immersi un una vasca insieme ad altri miliardi di utenti, ma non si rendono conto che le interazioni che intrattengono avvengono sempre e soltanto con un ristretto numero di utenti, perché gli algoritmi propongono loro i messaggi sempre degli stessi utenti. Le persone credono di abitare nella metropoli più importante, ma in realtà stanno solo facendo un giro in un pullman con gli stessi compagni di viaggio…”.

“Passare dai social centralizzati ai social del fediverso è un po’ come passare dalla scuola all’università: nel primo caso ti trovi in un’aula insieme alle stesse persone per imparare insieme a tutti gli altri dagli stessi insegnanti, insegnanti che non hai scelto tu”, ha scritto Macchia ad aprile, rivolgendosi alle tantissime persone che cominciavano a interessarsi a Mastodon. “Nel secondo caso, scegli l’università nella quale iscriverti, la facoltà, il corso di laurea scegli i corsi in base ai professori o i professori in base ai corsi, puoi spostarti da un aula all’altra, e incontri persone diverse a ogni corso, alcune delle quali provengono da altri corsi di laurea, altre facoltà o addirittura altre università”, ha aggiunto.

Che cos'è Mastodon
Il fondatore Fabio “Kenobit” Bortolotti ci racconta la nuova istanza basata su Mastodon, che si pone l'obiettivo di svincolare i social network dalla loro evoluzione più commerciale, non senza critiche
L'universo italiano

Sul solo Mastodon, d’altronde, esistono più di tremila istanze. Sembra che quelle che si rifanno al più ampio fediverso siano oltre settemila. Quella più frequentata in Italia è senza dubbio mastodon.uno, istanza generalista che ha adottato un approccio singolare alla questione della moderazione. “Le regole stabilite dall'amministratore dell'istanza sono state condivise con tutto il gruppo dei moderatori e successivamente sottoposte a una sorta di "consultazione pubblica" cui hanno preso parte tutti gli utenti dell'istanza (ma a volte anche alcuni utenti di altre istanze) e che ha contribuito a migliorare sensibilmente la chiarezza e il perimetro del regolamento”, racconta Macchia. La priorità è quindi stata data alla creazione di un ambiente che metta a suo agio il maggior numero di persone.

Per chi è interessato a temi specifici o a pratiche di moderazione diverse c’è l’imbarazzo della scelta. Ad aprile, per esempio, è nata Livellosegreto, dedicata a videogiochi, manga, anime, fumetti, libri, musica, pixel-art e retrogame. Su http://saronno.one e http://senigallia.one si raccolgono comunità cittadine, su tennis.masto.host si parla di tennis, su lastminute.one di viaggi.

E poi, naturalmente, c’è la politica. Si è parlato tantissimo di Truth Social, il social network lanciato da Donald Trump dopo la sua espulsione dalle principali piattaforme mainstream, che è stato sviluppato a partire da un fork di Mastodon. “Quel tipo di destra, anche a livello internazionale, fa più rumore quando forte del proprio vittimismo ("siamo censurati") e dello spirito di gruppo e di rivalsa, abbandona (per scelta o necessità) il precedente luogo di aggregazione: nascono allora le comunità su 4chan, Parler, Telegram e finalmente Gab - racconta Macchia -. Ma anche qui, quando queste iniziative approdano sul fediverso, si scontrano con la sensibilità di un pubblico mediamente molto maturo che non sopporta la comunicazione odio&memini tipica di quella destra: il livello dei contenuti diventa così insopportabile che le altre istanze, chi prima chi dopo, sono costrette a "sigillare il tombino"”.

In Italia, la maggior parte delle istanze dichiaratamente politiche sono spazi di sinistra: una delle prime istanze italiane in assoluto, Bida, è nata per raccogliere, almeno in parte, l’eredità di Indymedia Italia ed è gestita da un gruppo di hacktivistə e militantə dei centri sociali, soprattutto bolognesi. Si rifanno alla zona di Torino gli hacktivisti di cisti.org, mentre attorno alla scena romana si è sviluppata puntarella.party. Su sociale.network, creata dal giornalista Carlo Gubitosa e dall’associazione Peacelink, discutono pacifisti, ecologisti, antimilitaristi, antirazzisti e antifascisti.

Lo stesso poliverso.org, creato da Macchia non su Mastodon ma su Friendica, che assomiglia da un punto di vista grafico più a Facebook, è nato per fornire alla comunità italiana un luogo in cui si possa discutere di politica sia da destra che da sinistra. “La mia soddisfazione è stata quella di essere riuscito a ospitare utenti dalle sensibilità politiche diverse, da chi pubblica gli articoli della fondazione Einaudi a chi è più vicino alla sinistra sociale, da chi è contraddistinto da una forte caratterizzazione cyberpunk a chi è più vicino all'area del centro cattolico o chi come me si riconosce nel partito pirata europeo”, dice il fondatore.

Che cos'è Mastodon
Per offrire un'alternativa agli utenti che vogliono sottrarsi al capitalismo della sorveglianza, questo ingegnere informatico tedesco ha creato una piattaforma decentralizzata, Mastodon, priva di pubblicità e che lascia tutto il potere agli utenti. Accettando i rovesci della medaglia
Un futuro alternativo per il web?

Potrebbe essere questa, allora, la forma del futuro di internet? Secondo Macchia, un’adozione di massa è possibile, ma solo ad alcune condizioni. Innanzitutto il mantenimento del principio di decentramento. “Oggi esistono una decina di istanze giganti, quasi tutte basate su Mastodon, che accentrano quasi tutti gli utenti del fediverso, ma il fediverso nasce per consentire la creazione di tante istanze distribuite: diverse o simili, poco o molto numerose, ma distribuite - afferma -. La rivoluzione deve essere agevolata anche dalla pubblica amministrazione: i ministeri, gli enti previdenziali, i comuni o le università potrebbero creare delle loro istanze di sola produzione contenuti o anche aperte all'iscrizione dei propri membri (cittadini, professori e studenti, iscritti) invece di limitare la propria presenza web sulle piattaforme statunitensi, costringendo gli utenti che vogliono essere informati a essere tracciati, spesso in barba al Gdpr”.

Qualcuno ci sta già provando: a maggio, il Garante europeo della protezione dei dati Wojciech Wiewiórowski ha annunciato l’avvio in fase di test di Eu voice, un’istanza Mastodon attraverso cui parlare con i cittadini, e di Eu Video, un canale video su Peertube. Con il loro lancio, ha detto Wiewiórowski, il Garante mira “a offrire piattaforme di social media alternative che diano la priorità alle persone e ai loro diritti alla privacy e alla protezione dei dati”.