5 maggio 2021 - 14:29

È morto Nick Kamen, modello e cantante simbolo degli anni’80. Poi sparito dalle scene

Kamen aveva 59 anni. A dare la notizia della sua morte, oggi, l’amico e collega Boy George. La sua malattia era stata resa pubblica su Instagram nel 2018

di Matteo Cruccu

È morto Nick Kamen, modello e cantante simbolo degli anni'80. Poi sparito dalle scene
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Non c’è un ex teenager degli anni’80 che non se lo ricordi: le ragazzine perché impazzivano di fronte a quell’Elvis di ritorno e i ragazzini di quell’età dell’oro del consumo perché avrebbero voluto sfilarsi i pantaloni con la sicurezza di lui. Il fotogramma della pubblicità dei 501 della Levis con Nick Kamen (l’Elvis di ritorno) è decisamente il fotogramma di quel periodo. E quegli ex teenager diventati adulti devono essersi sentiti decisamente invecchiati alla notizia della sua morte: Nick se ne è infatti andato a 59 anni per un tumore da cui era affetto da tempo.

E la notizia è stata data da un altro protagonista di quel tempo, Boy George, che di Kamen era amico e sodale. Ma se lascia questo mondo terreno oggi, di fatto Kamen se ne era andato da almeno trent’anni, rimanendo per tutti l’eterno giovanotto della lavanderia retrò dello spot: perché il modello poi divenuto cantante, dopo la delusione di un album non riuscito, era proprio sparito nel nulla, salvo sporadiche apparizioni sui tabloid inglesi. Probabilmente risucchiato via dagli incipienti Novanta che di estetismi consumistici non ne volevano sapere più. Prima però, Nick era stato molto, molto celebre.

Nato a due passi da Londra, da famiglia piccolo borghese, aveva appunto intrapreso la carriera da modello, aiutato da quei tratti che gli derivavano da un bel melange etnico, birmano, olandese, irlandese. Dopo aver imperversato per la ruggente Soho di quegli anni insieme al fratello Barry, anch’egli sulle passerelle, lo spot gli diede dunque fama planetaria e di lui si accorse anche Madonna, allora bad girl dominatrice ancor più di oggi. Che, sapute le sue qualità canore, decise di produrgli il primo singolo, Each Time You Break My Heart,scrivendoglielo pure. Immerso in questo revivalismo anni 50 e 60 (nello spot indimenticabile fu l’accompagnamento sonoro di Marvin Gaye con la splendida I Heard it Through the Gravepine), Kamen pubblicò il suo primo album eponimo nel 1987, pescando a piene mani proprio in quel repertorio, da Sam Cooke ai Four Tops.

Se Madonna smentì di avere una relazione con lui, extraconiugale in questo caso, visto che all’epoca stava con un gelosissimo Sean Penn (che non lo vedeva infatti di buon occhio), intanto lo accompagnò anche nel suo secondo lavoro, Us, dove partecipò ai cori di Tell Me, altra canzone assai orecchiabile, di cui però ancor più famoso fu il video, con un Kamen languido come non mai, consacrato a questo punto a indiscutibile sex symbol dell’epoca. L’onda Nick continuò a cavalcarla anche col terzo, con quella I Promise Myself che sarebbe diventata un piccolo standard per diverse band a venire. Poi però Kamen decise di fare da solo, di diventare più riflessivo e meno pop col suo ultimo lavoro Whatever, Whenever: risultati modesti, addio star system e addio sex symbol, sparito alla Battisti senza essere Battisti, ma senza neanche indugiare in reality di risulta o accrocchi di meteore formato televisivo. In incognito fino alla morte insomma, così da rimanere per sempre il ragazzotto della lavanderia.

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