Il lutto

È morto Calisto Tanzi, l’ex patron della Parmalat | Fotostoria

di Redazione Online

È morto Calisto Tanzi, l'ex patron della Parmalat | Fotostoria

Calisto Tanzi, ex patron di Parmalat ed ex proprietario del Parma Calcio, è morto all’età di 83 anni. Nato a Collecchio, in provincia di Parma, nel 1938, Tanzi fu protagonista delle vicende che portarono al crac finanziario del gruppo nel 2003. Per questo venne condannato a 17 anni e 5 mesi (altre condanne arrivarono per filoni collegati, come il crac ParmaTour). Per queste ragioni si trovava agli arresti domiciliari ma da metà dicembre era ricoverato in ospedale a causa di una infezione polmonare (non Covid) .

Come spiegato qui, sommando tutte le condanne Tanzi avrebbe superato i 39 anni di carcere, ma tra cumuli e indulto sono scesi a una ventina. A lungo Tanzi è stato rinchiuso ai domiciliari a casa sua, una villa (di proprietà della moglie) alle porte di Parma. Tanzi fu anche proprietario del Parma Calcio, che durante la sua gestione vinse la Coppa delle Coppe nel 1993. Fu per diverse stagioni anche main sponsor della Brabham, scuderia di Formula 1 per la quale gareggiarono Niki Lauda e Nelson Piquet.

Il crac della Parmalat

Tanzi fondò la sua azienda nel 1961 acquisendo un piccolo caseificio di Collecchio, vicino Parma. La sua intuizione iniziale fu quella di puntare sulla vendita porta a porta dei prodotti ma negli anni successivi sviluppò la sua attività mettendo sul mercato le prime confezioni in tetrapack e sviluppando il processo a lunga conservazione del latte.

Nel dicembre 2003, come spiegato da Mario Gerevini qui, la multinazionale del latte collassò dopo che la leggenda dei 4 miliardi di liquidità si frantumò contro una realtà nascosta per anni: la Bonlat di Cayman era vuota, una discarica di falsi. Parmalat — che oggi è dei francesi di Lactalis — era già in default fin dai primi anni 90 e nel frattempo, per «salvarsi», con Calisto Tanzi e Fausto Tonna alla guida aveva prodotto falsi in bilancio su scala industriale, accumulando 14,5 miliardi di debiti e crollando distruggendo il risparmio di decine di migliaia di investitori.

80 mila risparmiatori danneggiati

Secondo l’allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio, i risparmiatori che nel 2004 videro andare in fumo i loro soldi per aver acquistato titoli Parmalat furono circa 80.000; le associazioni dei consumatori calcolavano nello stesso anno una cifra quasi doppia.

Poco prima del crac l’agenzia di rating Standard & Poor’s giudicava il titolo Parmalat non speculativo (investment grade); nel 2003 su 90 studi degli analisti di Borsa solo 14 consigliavano di vendere; e il 17 novembre (un mese prima della dichiarazione di default) la grande banca Usa Citigroup invitava i suoi clienti ad acquistare titoli Parmalat perché «è un’azienda che ha fondamentali attraenti e prospettive di crescita nel 2004-2005».

Articolo in aggiornamento...

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