3 giugno 2018 - 21:18

Cottarelli: «Uscire dall’euro? Pericoloso se si sta al governo, si scatena la speculazione»

L’ex commissario alla spending review, incaricato da Mattarella per un governo tecnico mai nato, ospite di «Che tempo che fa». «Mi preoccupa il fatto che si voglia fare più deficit pubblico», confida. Ma spera di rivedere Di Maio per parlare di taglio delle spese

di Valentina Santarpia

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«È finita nel modo migliore, senza la fiducia sarebbe stato molto complicato»: Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review e premier incaricato per un giorno, ospite di Fabio Fazio a «Che tempo che fa», commenta a governo fatto l’esito della crisi di governo: «È stato l’esito migliore per il Paese perché un governo tecnico senza fiducia e che avesse dovuto gestire un aumento dello spread come c’è stato sarebbe stata una cosa davvero difficile. Questa è la soluzione migliore».

I dubbi sul programma

Soddisfatto per la conclusione istituzionale, Cottarelli lo è meno per il programma Lega-M5s: «Mi preoccupa il fatto che si voglia fare più deficit pubblico: le promesse elettorali, i tagli di tasse, ammontano a 110-120 miliardi, questa è la nostra stima dell’osservatorio dei conti pubblici». Tutto quello che è previsto non potrà essere fatto perché «sono cifre enormi: tutta la spesa sanitaria è pari a 110 miliardi, è come se si volesse raddoppiare in un anno la spesa sanitaria. C’è l’indicazione a fare più deficit e credo che sia ria rischioso avendo un debito così elevato». Comunque Cottarelli non dispera: «Ci siamo sentiti informalmente con Di Maio e spero di rivederlo per parlare di spending».

Il nodo dell’euro

Uscire dall’euro? «Sarebbe come decidere di giocare in serie B. Magari vinci, ma sei in serie B». Anche se Cottarelli, ammirato da tutti per l’eleganza e compostezza con cui ha gestito il brevissimo incarico, ammette che «non abbiamo vissuto bene l’esperienza dell’euro», ricorda che «uscire sarebbe molto costoso e non siamo nel regno di Bengodi perché stampiamo soldi. Se si stampano troppi soldi si creerebbe una svalutazione come in Italia negli anni ‘70 con un’inflazione al 27%». Senza dubbio, ricorda Cottarelli, «una parte degli economisti italiani pensano che dovremmo uscire dall’euro. Si può discutere apertamente di cose del genere. Ma discuterne in posizioni di governo è estremamente pericoloso perché si scatena un attacco speculativo».

Noi e l’Europa

Europa condizionata dagli interessi tedeschi? «I tedeschi sono molto bravi a difendere i loro interessi a Bruxelles, noi arriviamo sempre mesi dopo e quindi ci risulta difficile intervenire- spiega Cottarelli- Giusto quindi intervenire prima. Al momento cresciamo meno dell’Europa e invece dovremmo essere più veloci per recuperare il tempo perso. Il reddito non aumenta, cresciamo troppo poco».

Meno burocrazia contro la corruzione

Perché c’è tanta corruzione nel nostro Paese? Cottarelli elenca diverse ragioni: «Nel nostro Paese noi abbiamo molti lavoratori autonomi; c’è una questione di cultura, mancanza e debolezza di capitale sociale: pensiamo di fare i furbetti, ma se tutti ci comportassimo a questo modo sarebbe la rovina; infine, la burocrazia: la corruzione si insinua nei sistemi complicati. Quindi semplificando il sistema burocratico si ridurrebbe anche l’evasione fiscale e la corruzione».

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