Milano

Fase 2 a Milano, lo sfogo del medico rianimatore: "Curo tutti ma non i cretini e gli imbecilli: avete già dimenticato i morti?"

(fotogramma)
Il medico del San Carlo scrive un post su Facebook che riceve migliaia di condivisioni: "Da tre mesi siamo alle prese con i pazienti Covid, ho visto le foto della gente senza mascherina fuori dai locali e mi sono arrabbiato"
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"Io faccio l'anestesista rianimatore per tutti, belli e brutti, ma non per i cretini e gli imbecilli": Carlo Serini è un anestesista dell'ospedale San Carlo di Milano. L'altro giorno, dopo aver visto tante foto della movida incontrollata nelle varie città ha scritto un post-sfogo su Facebook, condiviso da oltre 90 mila persone (tra loro anche il presidente della Regione Attilio Fontana) e con oltre 28 mila commenti. "Covid-incazzatura", il titolo della sua riflessione, che continua così: "Cari cretini, eliminatevi come preferite che fate un favore all'umanità. Ma non chiedeteci ancora di rivedere e rivivere i tre mesi appena trascorsi, a causa del vostro cretinismo. Io sono in terapia del sonno per sedare e sopire incubi, insonnie e risvegli dopo tre mesi in un ospedale Covid: e voi che fate? L'aperitivo. Cretino è una diagnosi (e oggi arriva gratis), non un insulto".

Tantissime le reazioni di sostegno, quelle ricevute da Serini, che racconta: "Non mi aspettavo tanta attenzione, non sono un personaggio pubblico e tra l'altro ero convinto di aver scritto qualcosa di semplice, parlando di una questione che era già sulla bocca di tutti prima che me ne occupassi io. In questi giorni però sto ricevendo moltissimi messaggi e telefonate, il 90 per cento di complimenti e il restante 10 di insulti. Una reazione che mi ha spiazzato e che sta diventando impegnativa da gestire. I colleghi adesso mi chiamano il dottore social".

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Racconta che quel post "con toni chiaramente ironici" è nato "sabato sera: ero a casa da solo, la mia compagna e mia figlia non c'erano. Su Facebook mi sono imbattuto in foto di gente senza mascherina ammassata fuori dai locali e la mia prima reazione è stata: guarda che cretini. Ho scelto uno stile quasi goliardico, ma il problema è che in una settimana ci siamo dimenticati i 33 mila morti che abbiamo avuto per l'emergenza coronavirus. Questo significa offendere la loro memoria e anche il valore del tempo, uno dei due beni immateriali che l'uomo ha a disposizione insieme al valore della vita. Il concetto profondo è questo, ma sui social non è spiegabile in questi termini. Io volevo che il messaggio arrivasse".


Adesso spera di aver ottenuto attenzione sul problema: "Se anche una sola persona, dopo aver letto quanto ho scritto, deciderà di mettere la mascherina e di mantenere il corretto distanziamento, sarà stato utile. Negli ospedali abbiamo fatto un lavoro straordinario e per non vanificarlo basta adottare semplici accorgimenti e recuperare le regole di buonsenso: lavarsi spesso le mani e soprattutto avere rispetto per gli altri e per le regole, cioé indossare la mascherina".