12 settembre 2020 - 12:53

Iran: «Giustiziato il lottatore Navid Afkari, per omicidio durante le rivolte del 2018»

Le mobilitazioni internazionali non hanno fermato il boia. Human Rights Watch: «Confessione estorta sotto tortura». Era intervenuto con un tweet anche Trump

di Viviana Mazza

Iran: «Giustiziato il lottatore Navid Afkari, per omicidio durante le rivolte del 2018»
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L’Iran ha annunciato di aver portato a termine l’esecuzione di Navid Afkari, lottatore professionista di 27 anni condannato per un omicidio commesso durante le rivolte di piazza dell’estate 2018. Lo scrive il sito della televisione di stato, che cita il procuratore generale della provincia di Fars, Karem Mousavi: la sentenza di «qesas», sulla base della «legge di ritorsione», è stata eseguita questa mattina in un carcere della città di Shiraz su «insistenza della famiglia della vittima».

Le accuse

Afkari era stato condannato di «omicidio volontario» per aver pugnalato il 2 agosto 2018 Hossein Torkman che secondo Human Rights Watch quel giorno faceva parte delle forze dell’ordine, quando Shiraz e altri centri erano stati teatro di proteste contro il governo per le difficoltà economiche del Paese un dipendente pubblico. Le autorità affermano che lavorava per il servizio delle Acque pubbliche. Navid e suo fratello Vahid, condannato a 25 anni di carcere per complicità, erano stati arrestati a settembre, con decine di accuse: partecipazione a manifestazioni illegali, insulto della Guida Suprema, «moharebeh» («guerra a Dio») e omicidio. Anche un terzo fratello, Habib, è stato condannato a 7 anni di carcere.

La mobilitazione internazionale

Non è servita la mobilitazione internazionale: non solo Human Rights Watch e Amnesty International ma anche il Comitato Olimpico Internazionale e alcuni campioni di wrestling mondiali avevano lanciato appelli. Lo scorso 5 settembre, la tv di Stato iraniana ha mandato in onda alle 8,30 di sera un filmato in cui Navid Afkari metteva in scena il momento del crimine mostrando come sarebbe avvenuto. Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani avevano sottolineato che la condanna si basa su una confessione che sarebbe stata estorta con la tortura — come dichiarato da Afkari in una lettera scritta il 13 settembre 2019. L’avvocato del lottatore aveva scritto su Twitter che diversi iraniani avevano incontrato la famiglia dell’uomo ucciso per convincerla a chiedere il perdono che avrebbe potuto salvare la vita del lottatore.

Il tweet di Trump

Anche il presidente Donald Trump aveva preso le difese di Afkari con un tweet nei giorni scorsi. «L’unica cosa che ha fatto è stata manifestare contro il governo nelle strade. Ai leader dell’Iran dico: apprezzerei moltissimo se salvaste la vita a questo giovane, anziché giustiziarlo. Grazie!», ha scritto il presidente che ha portato avanti una politica di «massima pressione» contro l’Iran, con sanzioni economiche durissime e il ritiro unilaterale dall’accordo nucleare con Teheran.


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