20 luglio 2018 - 14:47

Un adolescente su cinque ha un rapporto problematico con internet

È il quadro che emerge dai risultati di uno studio condotto presso la Fondazione Policlinico Universitario Gemelli e pubblicato sulla rivista «Frontiers in Psychiatry»

di Redazione Salute

(Getty Images) (Getty Images)
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Un adolescente su cinque usa troppo, o male, internet. Con il forte rischio di esserne o diventarne dipendenti. È il risultato di uno studio della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli - Università Cattolica del Sacro Cuore, pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychiatry. La ricerca, condotta da Marco Di Nicola e coordinata da Luigi Janiri, dimostra anche la relazione tra l’uso problematico del Web e un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.

Differenze di genere meno evidenti

La ricerca ha coinvolto 996 ragazzi che frequentano le scuole superiori (240 maschi e 756 femmine, età media di circa 16 anni) valutati mediante questionari specifici atti a indagarne le caratteristiche sociodemografiche, l’abitudine al fumo di sigaretta, l’uso di alcolici e di altre sostanze d’abuso, il rendimento scolastico e i comportamenti a rischio di dipendenza (internet, gioco d’azzardo, esercizio fisico). «Il consumo frequente di alcolici e l’uso di sostanze sono risultati molto comuni nei maschi - spiega Di Nicola -, ma rispetto al passato le differenze di genere sono sempre meno evidenti, soprattutto per quanto riguarda i cannabinoidi e il binge drinking (abbuffate alcoliche)». L’uso problematico del Web è stato rilevato nel 22,1% dei giovani, senza differenze tra maschi e femmine. «Tale fenomeno è stato valutato con un’intervista e test specifici che esplorano l’impatto di internet sulla quotidianità (scuola, lavoro, rapporti familiari e relazioni interpersonali, durata e qualità del sonno) e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al Web con le modalità desiderate - spiega l’esperto -. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo (con ripercussioni significative sul funzionamento generale del soggetto) anche se non si può parlare ancora di una vera e propria “dipendenza”».

Ridotta performance scolastica

Inoltre, il 9,7% degli adolescenti ha modalità di gioco problematiche, con un elevato rischio di sviluppare una condizione di gioco d’azzardo patologico. I maschi più delle femmine (29,9% vs. 3,7%). E ancora, il 6,2% del campione ha riferito di praticare esercizio fisico in maniera eccessiva (in questo caso è stato valutato il grado di coinvolgimento in attività sportive, le ripercussioni negative sul funzionamento quotidiano e sulle relazioni interpersonali, oltre che sull’umore quando i soggetti non possono allenarsi come vorrebbero). Le condotte di dipendenza studiate, sia da sostanze sia comportamentali, sono risultate associate a una ridotta performance scolastica: più grave è la problematica del ragazzo, peggiore è il suo rendimento. Infine, tratti di personalità e caratteristiche psicologiche come l’incapacità di provare piacere, l’impulsività, la difficoltà a riconoscere e descrivere le proprie emozioni e la tendenza alla dissociazione, correlano con il rischio di comportamenti di dipendenza.

Dipendenze patologiche e disturbi psichici

«Negli ultimi anni abbiamo assistito, tra i giovani italiani, all’abbassarsi dell’età del primo contatto con le sostanze d’abuso, all’aumento del poliabuso, di comportamenti quali il binge drinking e la drunkoressia (sottoporsi a restrizione alimentare prima di consumare alcolici, sia per limitare l’introito calorico ed evitare di prendere peso, sia per potenziare gli effetti euforizzanti e disinibenti dell’alcol), nonché dell’uso problematico di internet e del gioco (prevalentemente online), con un incremento del rischio di sviluppare in età adulta dipendenze patologiche e disturbi psichici», conclude Janiri.

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