24 agosto 2019 - 22:30

Macron a Trump: pranziamo da soli?
Al G7 l’incontro fuori programma

Il meeting improvvisato si è protratto per due ore e ha stemperato le tensioni. Il leader americano: «Molte cose buone»

di Stefano Montefiori, inviato a Biarritz

Macron a Trump: pranziamo da soli?  Al G7 l'incontro fuori programma
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BIARRITZ Mentre tra Hendaye e Irun, alla frontiera franco-spagnola, migliaia di manifestanti sfilavano contro il G7 contestando l’idea stessa di un club che riunisce una volta l’anno i leader delle sette democrazie più ricche, all’Hotel du Palais di Biarritz il presidente francese Emmanuel Macron e l’americano Donald Trump hanno rinnovato ieri il rito della diplomazia personale. Un pranzo improvvisato, non previsto dall’agenda ufficiale, che si è protratto per due ore e che secondo i consiglieri dell’Eliseo — in un momento di caos nelle relazioni internazionali — conferma la giustezza del «metodo Macron»: ovvero «curare il rapporto personale per gestire e controllare le grandi forze in azione» che altrimenti tenderebbero allo scontro.

È così che dopo le minacce dei giorni scorsi di Trump contro il vino francese e altri prodotti europei, una guerra commerciale tra Stati Uniti e Europa sembra essere per il momento scongiurata. L’Eliseo sottolinea che lo stesso metodo è stato applicato «con Putin nell’incontro del 19 agosto al Fort de Bregançon» e con «il leader cinese Xi Jinping in Costa Azzurra» a marzo. Proprio nel momento in cui il multilateralismo è messo in discussione bisogna rilanciare il dialogo, soprattutto quando le posizioni sono più distanti. Anche tra le democrazie liberali non c’è più la comunità di intenti e di valori di un tempo, e per questo la presidenza francese ha rinunciato in anticipo al comunicato finale tradizionalmente atteso nella giornata conclusiva (domani), che dovrebbe mostrare un’intesa globale al momento irraggiungibile. Ragion di più allora per continuare a parlarsi, in modo da «abbassare la pressione» sui grandi temi della politica internazionale.

Trump è arrivato dall’aeroporto all’Hotel du Palais nello stesso momento in cui Macron tornava da una visita al Faro, dove si sarebbe poi svolta la cena informale tra i capi di Stato e di governo. I due capi di Stato si sono incontrati nella hall, Macron ha proposto di pranzare assieme e Trump ha accettato. Hanno discusso in inglese e loro due soli, senza interpreti, su Iran, commercio mondiale, Amazzonia e tassazione del digitale.

Sull’Iran, Trump ha assicurato a Macron di non volere lo scontro con Teheran ma un nuovo accordo. Quanto al conflitto commerciale con la Cina Macron ha ottenuto rassicurazioni di una maggiore prudenza, e si è arrivati poi al principio di una maggiore tassazione dei GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple), che la Francia difende e che Trump invece considerava un segno di ostilità. Nei giorni scorsi il presidente americano ha ripetuto le minacce di ritorsioni contro i prodotti francesi e in particolare il vino. Durante il pranzo di Macron si è applicato a spiegare che le due questioni sono slegate, e che tassare in modo adeguato le grandi imprese del digitale non riguarda solo le aziende americane ma anche quelle europee e cinesi.

Qualche ora prima, al mattino, il ministro Bruno Le Maire aveva invitato il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin nella sua casa di famiglia di Saint-Pée-sur-Nivelle, una decina di chilometri a Sud di Biarritz, in un’altra mossa di diplomazia personale. E Mnuchin, accompagnato dal consigliere economico Larry Kudlow, si è unito poi alla conversazione con Macron alla fine del pranzo.

Nel pomeriggio, è arrivato il tweet di apprezzamento di Trump (al secondo tentativo, perché nel primo il presidente americano ha citato per errore l’account parodistico @EmmanuelMacrone): «Ho appena pranzato con il presidente francese, molte buone cose per i nostri due Paesi». Intesa anche sull’Amazzonia, con Macron impegnato a sottolineare che «non vogliamo fare una politica anti-Bolsonaro ma aiutare a risolvere il problema degli incendi. E siamo legittimati a farlo come il Brasile e le altre nazioni della regione perché la Guyana è francese».

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