15 marzo 2019 - 12:10

Il killer di Christchurch: «Combatto contro gli invasori, mi ispiro a Breivik e Luca Traini»

Il pallino del fitness e l'ossessione della supremazia bianca, i viaggi in Europa: chi è Brenton Tarrant, il 28enne australiano autore della strage nelle due moschee in Nuova Zelanda

di Alessandra Muglia

Il killer di Christchurch:  «Combatto contro gli invasori, mi ispiro a Breivik e  Luca Traini»
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Com’è che un bambino dai capelli dorati che se ne sta placido in braccio a papà davanti a un cottage nella campagna australiana si è poi trasformato in un uomo capace di pensare e mettere in atto una strage di massa tanto feroce? Com’è che il suo piccolo volto sereno crescendo è diventato così simile a quello che lui indica come suo principale ispiratore, Anders Breivik, il killer norvegese di Utoya, da lui definito “cavaliere giustiziere”? Stessa fronte stempiata, stessi capelli color cenere, occhi tirati e sguardo evasivo…
Della sua metamorfosi è lui stesso a dar conto nel «manifesto» postato in rete poche ore prima di entrare in azione. Nel documento si definisce «ecofascista» per natura e un «suprematista bianco» Brenton Tarrant, l'australiano di 28 anni identificato dalla polizia del suo Paese come l'autore della strage nelle due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda. Un massacro annunciato, anche con la sua diretta Facebook, in un forum online underground, chiamato «8chain», dove compare con la stessa immagine usata sul suo profilo Twitter (ora rimosso): è un meme usato dai membri di una community online dell'estrema destra, «The Dingoes» che con l' hashtag #DingoTwitter, postano contenuti anti semiti e razzisti.

Il post con l'annuncio dell'attacco e della diretta video

Il killer di Christchurch:  «Combatto contro gli invasori, mi ispiro a Breivik e  Luca Traini»

Origini britanniche e viaggi in Europa

Non era schedato in nessuna lista della polizia e quello che si sa sul suo conto lo racconta lui stesso nel documento intitolato «The Great Replacement», ovvero la grande sostituzione, il nome di una teoria cospirativa originaria della Francia che ritiene che le popolazioni europee siano destinate ad essere gradualmente sostituite nelle loro terre da gruppi di immigrati con tassi di natalità più elevati.
Un manifesto di 74 pagine con una sezione di domande e risposte, dove Tarrant si presenta come un «uomo bianco qualunque» che ha deciso di passare all'azione «per assicurare un futuro alla mia gente».
L'autore racconta di essere nato in Australia in una famiglia umile, «working class», da genitori di origini britanniche ( «scozzesi, irlandesi e inglesi» precisa). «Ho avuto un'infanzia regolare, senza grandi problemi» scrive. Poco interessato alla scuola, a malapena riusciva a essere promosso. Non ha frequentato l'università, perché non era interessato a nessuna materia, spiega.
Il Daily Mail Australia riferisce che l'uomo è cresciuto a Grafton, nel nord del New South Wales: viene descritto come un uomo che ha sempre seguito una dieta strettissima e che ha sempre praticato allenamenti fisici molto intensi. «Ha anche allenato altre persone. Era molto bravo in questo». Così dopo il liceo, ha lavorato come personal trainer in un fitness center della sua città.
Con i soldi guadagnati dai primi lavoretti ha fatto degli investimenti su Bitconnect, il programma di investimenti in criptovaluta ad alto rendimento (chiuso per truffa lo scorso agosto) e così è riuscito ad assicurarsi il necessario per poter viaggiare. Destinazione Europa, la terra delle sue origini, culla di quella «razza pura» che lui vuole difendere e liberare dagli «invasori»: islamici, rom, africani, indiani, turchi, semiti. «Il mito del melting pot deve finire» scrive, arrivando a definire Nelson Mandela «terrorista». La sua azione, spiega, è anche tesa a vendicare «migliaia di morti causati dagli invasori stranieri».

Lupo solitario

Nello scritto viene raccontato che l'attentato è stato preparato negli ultimi due anni e che avrebbe dovuto essere messo in atto in Australia. Poi la decisione di colpire la Nuova Zelanda per dimostrare che nessun paese può ritenersi al sicuro dal terrorismo e per dimostrare che anche le parti più remote del mondo non sono esenti da «immigrazione di massa». Tarrant precisa di essere arrivato in Nuova Zelanda soltanto per pianificare e preparare l’attacco, di non essere membro di nessuna organizzazione, ma di aver fatto donazioni e interagito con molti gruppi nazionalisti, sebbene abbia agito da solo e nessun gruppo abbia ordinato l’attacco.

Merkel tra i bersagli

Angela Merkel è la prima della lista delle persone che Tarrant vorrebbe morte. «Pochi hanno fatto danni più di lei» sostiene. Altri bersagli Erdogan e il sindaco di Londra, il musulmano Sadiq Khan.

Breivik e Traini modelli d'ispirazione

Tarrant scrive che la persona che lo ha influenzato di più è Candace Owens: un'attivista e commentatrice afroamericana filo Trump. Anche il presidente Usa viene citato, ammirato come «simbolo della rinnovata identità bianca» ma non come leader politico. Tra i personaggi da lui presi come modelli d'ispirazione per aver combattuto «contro il genocidio etnico e culturale» compare anche Luca Traini, l'estremista di destra autore dell'attacco contro i migranti compiuto un anno fa a Macerata.
Il nome dell'italiano compare nel Manifesto accanto a quello di Anders Breivik, il killer di Utoya che nel 2011 uccise 77 persone e da lui definito «cavaliere giustiziere». Tarrant afferma anche di aver preso ispirazione dagli «scritti» di Dylann Roof, l'autore della strage di Charleston nel 2015.

Il killer di Christchurch:  «Combatto contro gli invasori, mi ispiro a Breivik e  Luca Traini»

Il nome di Luca Traini spunta anche tra le scritte in inchiostro bianco presenti sui caricatori e sulle due mitragliatrici usate da Tarrant nelle moschee di Christchurch, scritte che fanno riferimento ad antiche battaglie e più recenti attacchi contro le comunità musulmane. Lo si vede in alcune foto postate il 13 marzo sul suo profilo Twitter prima che venisse oscurato oggi. Tra i nomi presenti c'è un altro italiano, Sebastiano Venier, il generale veneziano, Doge nel 1577 e nel 1578, noto per aver guidato la Lega Santa, l'esercito di Papa Pio V, nella battaglia di Lepanto contro l'impero ottomano, i musulmani dell'odierna Turchia. Tra i personaggi a cui l'attentatore dice di ispirarsi c'è Alexandre Bissonnette, l'uomo che la sera del 29 gennaio 2017 compì una strage simile a quella di Christchurch almeno nelle modalità, cioè assaltando una moschea, in quel caso a Quebec City, in Canada.

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