23 luglio 2018 - 13:11

Migranti, Josepha non aveva lo smalto quando è stata salvata: ecco perché

Una delle ultime fake news diffuse in Rete mostra un’immagine della donna in mare con le unghie colorate di rosso. Lo smalto in realtà è stato messo a bordo della Open Arms nei giorni successivi al naufragio, durante la rotta verso Maiorca

di Silvia Morosi

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Sui social network sono state diffuse negli ultimi giorni diverse immagini che mostrano Josefa, la donna camerunense soccorsa al largo della Libia dopo aver trascorso 48 ore aggrappata a una tavola di legno, con le unghie smaltate di rosso. Nelle fotografie twittate in diretta dai volontari di Open Arms e nei video che la ritraggono appena dopo il naufragio, però, le sue mani presentano i chiari segni dei momenti trascorsi in acqua. Josefa non ha nessuno smalto alle unghie quando viene salvata. Da lì la montatura virale: «È un'attrice», «non c'è stato alcun naufragio». Una montatura che acquista toni che vanno oltre le fake news. Lo smalto — però — appare qualche giorno dopo, quando la donna è stata presa in carico dalla nave diretta a Maiorca, il principale delle Isole Baleari. «Lo smalto sulle mani di Josepha è stato messo dal alcune volontarie a bordo della Open Arms, nei giorni dopo il salvataggio, per aiutare Josepha a rilassarsi, distrarsi e provare a dimenticare per qualche istante il dramma vissuto, raccontando quanto le era successo», racconta al Corriere della Sera Veronica Alfonsi, dell'Ufficio stampa italiano di Open Arms. «Le immagini che ritraggono la donna in acqua con lo smalto sono state ritoccate e sono chiaramente false, come il video che sta girando in questi giorni e che denunceremo. La storia era già stata raccontata tra gli altri anche da Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, a bordo della missione», continua. Camilli ha scritto su Twitter: «Josepha ha le unghie laccate perché nei quattro giorni di navigazione per raggiungere la Spagna le volontarie di Open Arms le hanno messo lo smalto per distrarla e farla parlare. Non aveva smalto quando è stata soccorsa. Serve dirlo?». Nemmeno questo ha placato l'odio dei commenti diffusi in Rete: «Sulla Open Arms ci si diletta con lo smalto», ha — tristemente — ironizzato qualcuno.

Una situazione drammatica

Una versione confermata anche dalle prime immagini postate dal fotografo Juan Medina, presente con altri a bordo della Open Arms, in un tweet del 21 luglio (ore 15.31): Josepha qui appare con lo smalto, vicino alla dottoressa Giovanna Scaccabarozzi che si prende cura di lei. Per giungere in Spagna, Open Arms ha impiegato qualche giorno e nel frattempo le sono state prestate alle persone a bordo cure e attenzione. «Los voluntarios y voluntarias la cuidaron y mimaron mucho y le ofrecieron pintarle las unas. Todos se volcaron en cuidarla porque la situacion vivida por Josepha era realmente dramatica», racconta al Corriere Laura Lanuza, responsabile della comunicazione presso Proactiva Open Arms ( «I volontari si sono presi cura di lei e l'hanno coccolata molto, offrendosi di smaltarle le unghie. Tutti si sono messi in gioco per occuparsene perché la situazione vissuta da Josepha era davvero drammatica»).

La denuncia a Libia e Italia

Secondo il quotidiano Diario de Mallorca, la donna di origini camerunensi rimasta per due giorni in mare prima di essere recuperata ha intenzione di denunciare la Libia e l'Italia per quanto è successo. «Josepha — scrive il giornale — intende denunciare la Libia per aver abbandonato l'imbarcazione, tornandosene indietro, lasciando altri cadaveri, e l'Italia per il rifiuto a sbarcare i cadaveri nel porto di Catania». Non si è fatta attendere la replica dal Viminale: «Non meritano risposta le Ong che insinuano, scappano, minacciano denunce ma non svelano con trasparenza finanziatori e attività. La denuncia di Josepha? Qualcuno strumentalizza una vittima per fini politici. Noi denunceremo chi, con bugie e falsità, mette in dubbio l'immensa opera di salvataggio e accoglienza svolta dall'Italia».

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