20 agosto 2019 - 10:42

«Felice, entra in paradiso in volata» L’addio a Gimondi, da Saronni e Moser ai dilettanti in sella

Le parole dei sacerdoti. Fuori dalla parrocchiale di Paladina tanti appassionati delle due ruote. E arrivano anche gli ex campioni, come Beppe Saronni e Francesco Moser

di Fabio Paravisi

Appassionati in bici fuori dalla chiesa Appassionati in bici fuori dalla chiesa
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Sono un omaggio spontaneo da parte del mondo del ciclismo, i funerali di Felice Gimondi. Fin dalle 10, fuori dalla chiesa parrocchiale di Paladina, hanno iniziato a radunarsi appassionati dilettanti delle due ruote, in sella, con le proprie personali divise da allenamento, incluse alcune maglie iridate. Un’immagine in cui ci sono Bergamo e la Bergamasca con la loro passione per il ciclismo, e più in generale il mondo delle due ruote, delle competizioni o della sgambata domenicale.

Da sinistra, Beppe Saronni e  Gianluigi Baronchelli
Da sinistra, Beppe Saronni e Gianluigi Baronchelli

Oltre agli appassionati ci sono anche gli ex campioni, che avevano conosciuto bene Felice Gimondi. Tra loro anche Beppe Saronni, Gianbattista Baronchelli e Francesco Moser, uniti per l’ultimo saluto.

È in nome del ciclismo, dei successi, ma soprattutto del «suo stile semplice», che ha parlato il vicario generale della Curia di Bergamo, monsignor Davide Pelucchi, all’inizio della Messa. «Felice Gimondi era fatto a immagine della Val Brembana, della nostra terra bergamasca. Diceva: “Partito dall’oratorio di Sedrina e arrivato in giallo a Parigi”. Una frase che noi leggermente modifichiamo dicendo: “Partito dall’oratorio di Sedrina ora va in paradiso di corsa, come è stato capace di vincere in salita, a cronometro, in volata, come ha fatto in bicicletta e come si dovrebbe fare percorrendo le strade esistenziali nelle diverse stagioni della vita».

In chiesa ha poi parlato uno degli amici più cari di Felice Gimondi, monsignor Mansueto Callioni, parroco di Almè: « Sentiamo il bisogno di stare in silenzio, per stare vicino ai familiari e condividere il loro dolore. Felice Gimondi è stato un campione che ha ricercato nella sua vita i valori di sempre: la famiglia, il lavoro, la fede nei semplici. Ha ricercato le virtù della costanza, della tenacia, dell’onestà, della prudenza, della fedeltà. Ciascuno di noi potrebbe trovare 10, 100, 1000 episodi in cui Gimondi è entrato nella sua vita. Grazie alle sue prestazioni di campione, alle sue vittorie che infondevano coraggio, gioia. Grazie anche alle sue sconfitte, con cui ci ha insegnato a lottare sempre, a non cedere mai, perché nella vita non si può sempre vincere. Ma siamo qui in questo momento per sentire la preghiera del signore, per pregare per Felice, per la sua famiglia, per tutti noi, per chiedere al signore il conforto alla nostra sofferenza».

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