‹‹Scream›› è la Miss Marple di Wes Craven. Se è raro per un giallista ideare due investigatori entrambi di successo (ma Agatha Christie c’è riuscita con Hercule Poirot e la successiva Miss Marple) è praticamente un caso unico quello di Wes Craven, regista di due franchise horror di successo. Nel 1984 girando il primo ‹‹Nightmare›› crea Freddy Krueger, una della più grandi icone horror del cinema, versione moderna dell’Uomo Nero, un assassino pedofilo che viene ucciso da un gruppo di genitori, ma torna a manifestarsi (e a uccidere) nei sogni dei loro figli. E nel 1996 dirige ‹‹Scream››, primo esempio di horror metanarrativo, con un serial killer che uccide con la maschera di un fantasma (detto appunto Ghostface).

Dal 13 gennaio è al cinema ‹‹Scream››, il quinto film della serie, il primo non diretto da Craven, scomparso nel 2015 (i registi sono Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett), ma torna il terzetto protagonista delle precedenti quattro pellicole che aveva combattuto Ghostface nelle sue varie incarnazioni (la maschera è indossata da persone diverse in ciascun film): l’eroina Sidney Prescott (Neve Campbell), lo sceriffo (adesso ex) Lenny “Linus” Riley (David Arquette) e la giornalista Gale Weathers (Courteney Cox).

Siamo nell’immaginaria cittadina di Woodsboro, dove imperversa un serial killer che uccide soprattutto adolescenti indossando un costume di Halloween. Sembra tutto già visto, almeno a partire dal 1978, l’anno del primo dei vari film della saga di ‹‹Halloween›› con il serial killer mascherato Michael Myers, che nel 1980 avrebbe ispirato successivo ciclo di ‹‹Venerdì 13›› con l’ancora più letale (e sempre in maschera) Jason Voorhees.

E invece cambia tutto, già dall’inizio con Drew Barrymore, all’epoca l’attrice più famosa del cast, che risponde al telefono usando uno di quei cordless che erano pressoché il massimo della modernità per i ragazzi degli anni Novanta. Una voce misteriosa la interroga sui film horror e quando sbaglia la risposta su ‹‹Venerdì 13›› (il killer del primo film non è ancora Jason ma sua madre) viene uccisa (l’assassino era in zona, utilizzava un cellulare, all’epoca poco diffuso).

Non è il solito film del sottogenere slasher, ma in primis una riflessione metanarrativa sulla cinematografia horror e i suoi stilemi, che cita i classici (anche il capostipite ‹‹Psycho›› e lo stesso ‹‹Nightmare›› con un cameo di Craven vestito da Freddy Krueger) e nel quale i protagonisti sono per certi versi consapevoli di essere in un’opera di fiction. Del resto l’assassino segue le classiche regole degli slasher: le ragazze più disinibite sono sempre le prime a morire (anche i neri fanno in genere una brutta fine), e Sidney Prescott riesce a essere la cosiddetta final girl (la ragazza che sopravvive) visto che è ancora vergine. Regole citate dal nerd (uno dei primi a comparire nei film dell'orrore) Randy Meeks (Jamie Kennedy).

‹‹Scream›› è scritto da Kevin Williamson, fan di ‹‹Nightmare›› e amante della metanarrazione come si vedrà anche nella serie tv ‹‹Dawson’s Creek›› (1998-2003) ideata da lui.

Il sequel arriva nel 1997 con il killer che, come dice Randy, si comporta come nei seguiti, nei quali tutto è eccessivo (più sangue e più delitti rispetto al primo film) e nel 2000 con il terzo film l’arco narrativo dei protagonisti sembra terminato: Sidney da final girl è diventata una vera e propria guerriera che combatte il Male, come l’ammazzavampiri Buffy che proprio in quel periodo imperversa in tv, il timido Linus ha acquisito coraggio e si è pure fidanzato con Gale che non è più la giornalista con pochi scrupoli della prima pellicola.

Fra i film maggiormente influenzati dall’approccio di ‹‹Scream›› c’è ‹‹Quella casa nel bosco di Drew Goddard, incentrato non sugli slasher ma sui film con mostri soprannaturali e sui loro cliché narrativi.

Esce nel 2012, l’anno precedente era arrivato ‹‹Scream 4››, con il killer che seguiva le nuove regole degli horror e utilizzava la tecnologia degli smartphone, nati da poco.

La trilogia di ‹‹Scream››, come del resto la saga di ‹‹Nightmare›› è anche una sorta di manifesto generazionale: i protagonisti appartengono alla cosiddetta Generazione X (i nati suppergiù fra il 1965 e il 1980), nel quarto film ci sono sempre Sidney, Linus e Gale, ma entrano in scena i Millennials (i nati fra il 1981 e il 1995).

Nella nuova pellicola i Nostri si confronteranno con i ragazzi della Generazione Z (i nati dal 1995 in poi): siamo ancora a Woodsboro e c’è un nuovo serial killer con il costume di Ghostface.

Vediamo se anche stavolta la saga saprà spaventare e divertire al tempo stesso, smontando i meccanismi dell’horror.

Il film potrebbe essere il primo di una nuova trilogia, come è probabilmente nelle intenzioni della produzione, visto che, significativamente, è privo di numero.

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