21 marzo 2020 - 21:16

Coronavirus, Cirio va da solo: ulteriore stretta in Piemonte su mercati e spostamenti

Il presidente non soddisfatto dalle ultime misure del governo ha deciso di prendere l’iniziativa: «Chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere»

di Gabriele Guccione

Coronavirus, Cirio va da solo: ulteriore stretta in Piemonte su mercati e spostamenti
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Non soddisfatto a pieno dell’ultima stretta del governo, il presidente Alberto Cirio che l’altro giorno ha definito «drammatica» la situazione del Piemonte ha deciso di prendere l’iniziativa sulla scia di quanto già fatto da altri governatori del Nord: questa sera, sabato 21 marzo, il numero uno della Regione ha annunciato la firma, da parte del vicepresidente Fabio Carosso, di un’ordinanza regionale che avrà validità fino al 3 aprile e impone un’ulteriore restrizione sugli spostamenti e sui mercati e gli altri punti vendita.

Mercati

Il provvedimento stabilisce che l’apertura dei banchi di frutta e verdura e alimentari nei mercati rionali, dove in alcuni casi — nelle piazze torinesi di Porta Palazzo e Santa Rita, per esempio — si erano registrati alcuni episodi di assembramento, potrà continuare solo laddove i sindaci saranno in grado di garantire attraverso la presenza dei vigili urbani e di transenne il contingentamento degli accessi. L’ingresso negli altri negozi che restano aperti sarà limitato poi a un solo componente per famiglia.


Chiusi tutti gli uffici pubblici

Il presidente Cirio ha ristretto ancora i criteri validi per chi esce di casa: sarà vietato l’assembramento di più di due persone nei luoghi pubblici, proibiti del tutto gli spostamenti verso le seconde case, così come la sosta davanti ai distributori automatici di alimenti e bevande; verranno chiusi tutti gli uffici pubblici e gli studi professionali non essenziali; bloccata l’attività dei cantieri, e le slot machine.

Misurazione della temperatura corporea

Laddove possibile, all’ingresso di supermercati e farmacie e luoghi di lavoro, la Regione disporrà la misurazione «sistematica» della temperatura corporea. Il documento è stato elaborato lavorando tutta la giornata in sinergia anche con la Regione Lombardia, al fine di prevedere misure il più possibile omogenee. E dopo una serie di consultazioni in videoconferenza con i capigruppo, i sindaci dei comuni capoluogo e i presidenti delle province.

«Chiudiamo il più possibile»

«Chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere in base ai poteri di cui dispongono le Regioni — spiega il presidente della Regione —. Questa è la più grande emergenza affrontata dal dopoguerra ad oggi. Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino, ma vi prego di comprendere che è la scelta giusta. La nostra libertà è un bene, ma la nostra vita lo è di più. Vi prego, proteggetela restando a casa».

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